OLI 371: GRILLO – Confessione di un troll mancato

Ho passato più di un’ora, nel pomeriggio, a leggere il post di Beppe Grillo “I figli di NN” ed una piccola parte della smisurata mole di commenti, oltre 4600 nel momento in cui scrivo, in poco meno di sei ore, molti favorevoli all’attuale linea intransigente del M5S, molti altri variamente critici: sono stato fortemente tentato di intervenire, inserire un commento, magari rilanciando il mio intervento su OLI 370. Alla fine non ci sono riuscito, i post sembrano rispecchiare due visioni inconciliabili della situazione: da una parte chi loda M5S e la sua strategia, dura e pura, decisa a raggiungere il 51% o il 100% dei consensi, dall’altra chi invoca un’assunzione di responsabilità di governo da parte del M5S.
Non sembra esserci alcun dialogo tra le due parti, pare prevalere l’esigenza di dire qualcosa di autoreferenziale e basta: ha senso inserire un ulteriore commento? Poi leggo, in calce al post, il post-scriptum di Beppe Grillo “PS: Si ricorda è nuovamente possibile per gli autorizzati segnalare i commenti dei troll”, e mi coglie l’ansia: esprimere un parere discorde dalla linea ufficiale del M5S equivale automaticamente a rientrare nella categoria di troll? Cos’è un troll? Col termine troll, recita Wikipedia, “nel gergo di internet, e, in particolare, delle comunità virtuali, si indica una persona che interagisce con gli altri utenti tramite messaggi provocatori, irritanti, fuori tema o semplicemente senza senso, con l’obiettivo di disturbare la comunicazione e fomentare gli animi.”
La mia coscienza mi suggerisce di stare tranquillo, mi sento ragionevole, non provocatore, inserirei il mio nome reale, ma basterebbe? Chi sono gli autorizzati a segnalare un troll? Sembra tutti gli iscritti al blog, mentre per postare un commento non è necessario essere iscritti. Ma se mi iscrivessi al blog, potrei denunciare qualche troll? Perché non potrei essere un troll, pur essendo iscritto al blog? La materia è complicata. E se fossi addirittura uno “schizzo di merda digitale”? Sempre meglio che l’equivalente analogico, d’accordo, ma….
Mi salva la visione di un post (di cui riporto l’immagine) delle 17.07 di tal Pedro Cippo (nome reale o trollesco?), che mi ricorda la scena del film Shining in cui Shelley Duvall legge il manoscritto del marito (Jack Nicholson), costituito da pagine e pagine di una ripetizione maniacale ed ossessiva: “il mattino ha l’oro in bocca”.
No, è meglio lasciar perdere. Le parole sono importanti.

(Ivo Ruello – immagini da internet e dal blog di Beppe Grillo)