Foibe. Ricordiamo anche l’origine delle atrocità

A poca distanza del 27 gennaio, “giorno della memoria” della Shoa, il 10 febbraio, come disposto da una legge approvata in un clima bipartisan, si è celebrato, per la prima volta, il “giorno del ricordo”, ma meglio sarebbe stato chiamarlo il giorno dell’oblio: nessuno delle centinaia o migliaia di italiani che hanno compiuto atrocità in Jugoslavia è mai stato punito.


Subito dopo la guerra le autorità jugoslave avevano fornito al governo italiano la documentazione relativa ad oltre 800 criminali di guerra. Anche l’offerta jugoslava di scambiare i criminali di guerra italiani con i responsabili delle foibe venne lasciata cadere dai governi italiani del dopoguerra.
In tutta Europa da tempo si sta procedendo all’istituzione di luoghi simbolici della memoria perché tutti, ma specialmente le nuove generazioni, abbiano una maggiore comprensione del passato. Sul piano della coscienza (se non anche su quello della giustizia dei tribunali) i tedeschi hanno fatto seriamente i conti con il loro passato. Così i francesi e, da ultimo, anche in Spagna si sta procedendo al recupero della memoria della repressione franchista.
Alla domanda del corrispondente di “la Repubblica” (9 febbraio) sui paragoni che i neonazisti fanno tra la Shoa e l’”Olocausto delle bombe alleate”, Joachim Fest, il noto storico tedesco, risponde che lo stupido slogan è fuorviante: “Moralmente si possono avere molte difficoltà a definire precisamente le differenze. Ma la discriminante è politica: furono i tedeschi a cominciare la guerra, a seguire Hitler su quella strada e quindi a pagarne le conseguenze. Quegli orribili bombardamenti non nacquero dal nulla, ma dal sì di molti, troppi tedeschi alla guerra di Hitler…Ogni popolazione è vittima della guerra. Noi tedeschi lo fummo un po’meno, perché cominciammo la guerra”.
In Italia invece si sta tornando pericolosamente indietro. Le foibe, ha dichiarato il segretario dei DS Fassino, sono “una pagina dolorosa della storia italiana, troppo a lungo negata e colpevolmente rimossa”. Nelle foibe “morirono donne e uomini colpevoli soltanto di essere italiani. E l’esodo fu l’espulsione di un’intera comunità, con l’obiettivo di sradicare l’italianità di quelle terre”. Un giudizio che “L’Osservatore romano” ha fatto bene a correggere scrivendo: sui massacri delle foibe “non sono mancati silenzi, strumentalizzazione e negligenze. Ma tutto questo, ha avuto radici anche nelle responsabilità del fascismo che in Istria non aveva perseguito la convivenza, ma l’italianizzazione. (“la Repubblica”, 10 febbraio)
Sulla stessa materia – come ricorda il documentato dossier “La verità sulle foibe” a cura di Marco Ottanelli (http://www.democrazialegalita.it/foibe07febb05.htm) – nel 1989 la BBC ha prodotto “L’eredità fascista”, un documentario sui crimini di guerra italiani in Africa e nei Balcani e sulla loro impunità. Trasmesso da molte televisioni, è stato acquistato anche dalla RAI che però non lo ha mai trasmesso.
Il “giorno del ricordo” sarebbe stato una ottima occasione per farlo.
(Oscar Itzcovich)