Lotte dinastiche – Un pugile al banchetto della Real casa spagnola

Non bastava un premier che fa le corna nelle foto di gruppo dei leader internazionali. Ci voleva anche un cosiddetto principe che fa a cazzotti, come un garzone di macellaio, nei banchetti reali. Proprio vero che noi italiani dobbiamo sempre farci riconoscere e che è sempre attualissima la scelta repubblicana di abrogare titoli e gradi di un’aristocrazia inesistente. L’ultima figuraccia sulla ribalta degli eventi mondani di grido, la dobbiamo al signor, si fa per dire, Vittorio Emanuele di Savoia, da poco riammesso in Italia, ma imprudentemente lasciato libero di andare a combinare pasticci all’estero.


A Madrid ha animato con un soprendente fuori programma pugilistico, la compassata cena offerta a una cinquantina di teste coronate da re Juan Carlos e regina per le nozze del principe ereditario di Spagna, Felipe. Chi c’era ha raccontato divertito ai cronisti che l’allampanato Vittorio Emanuele non barcollava assolutamente, appariva sobrio, a dispetto di whisky e champagne, quando suo cugino Amedeo d’Aosta lo ha salutato con una pacca sulla spalla: un gesto forse troppo cameratesco, poco consono alle circostanze e all’ambiente, cui l’etichetta imporrebbe di rispondere irrigidendosi lievemente e inarcando appena un sopracciglio. Così almeno si vede nei film.
Nella realtà, l’iracondo Vittorio ha risposto al cugino con un paio di diretti al volto, stendendolo al tappeto. La scena è stata subito occupata da camerieri con ghiaccio, signore spaventate e la consorte del boxeur, Marina Doria, che si sprofondava in scuse. Gli appassionati di queste saghe sanno benissimo che all’origine del match ci sono ruggini dinastiche, specie dopo che un fantomatico consiglio della corona ha indicato Amedeo come possibile successore al trono (d’Italia?), estromettendo Vittorio Emanuele. “Per fortuna che non aveva il fucile”, è stato il caustico commento di una dama, ricordando i tragici spari nell’isola di Cavallo.