Architettura. Divorzio tra ricerca e pianificazione

Il 18 Febbraio si è svolto presso la Facoltà di Architettura un seminario di studio dal titolo criptico “Sapere tecnico sapere locale per la costruzione di scenari di progetto”.


L’evento rientra nel progetto nazionale di ricerca MIUR 03 (“Costruzione di scenari strategici per la pianificazione del territorio: metodi e tecniche”). Si sono riunite da tutta Italia competenze eterogenee, tutte impegnate nello studio e nella pianificazione di un concetto di difficile definizione ma di enorme richiamo politico: il territorio. Non c’è candidato alle prossime elezioni che non l’abbia nominato.
Nell’aula Benvenuto, ricavata nell’ex cappella del monastero di San Silvestro, tra fregi romanici e futuribili proiezioni elaborate da software complessi, è stata tuttavia consacrata la definitiva separazione tra ricerca e pianificazione. Il dato che ritorna costante nelle esposizioni dei relatori è l’impossibilità di un punto di contatto in cui gli sforzi della ricerca si traducano nella prassi della pianificazione. L’università è destinata ad una crescita inutile e autoreferenziale della propria specializzazione, senza sbocchi operativi? Si ha quest’impressione, specialmente quando si sente affermare che “alla scala della pianificazione, il sito preso in oggetto dalla ricerca scompare del tutto”.
Secondo un altro intervento i risultati della mancata integrazione tra i due aspetti sono palesi: il recente Piano Territoriale Regionale, strumento della Regione Liguria per la pianificazione del territorio, tralascia del tutto la storia dello spazio rurale, dimenticando, ad esempio, l’agricoltura nell’azione di rilancio.
Ricerca e pianificazione sembrano quindi sempre di più binari paralleli senza possibilità, e forse nemmeno proposito, d’incontro.
(Eleana Marullo)