Iniziative. A qualcuno interessa l’informazione Rai?

A Genova si è parlato in tre iniziative ravvicinate di informazione e di costituzione.
Nulla che tenesse insieme gli incontri che, come accade spesso per le festicciole di bambini della stessa classe, si sono svolti sempre in luoghi diversi, in due giorni diversi ed in un caso specifico allo stesso giorno e alla stessa ora.


La prima iniziativa, lunedì 21 marzo è stata promossa dal comitato di redazione della testata Giornalistica Regionale della RAI. Si è trattato di un invito ai tre candidati alla regione affinché si facciano carico dei gravi problemi in cui versa la RAI per finanziamenti, sostegno alle sedi regionali, separazione dall’influenza dei partiti, diritto all’informazione e autonomia.
TV dei Land tedeschi, digitale terrestre, prodotto, federalismo fiscale, privatizzazione, soggetto pubblico: questioni appena sfiorate durante un incontro comprensibile solo ad addetti ai lavori e politici, in cui risposte e proposte sembravano far parte di un discorso scollegato, totalmente privo di soluzioni. Percepita nello sfondo la paura che, con la privatizzazione della RAI, presto si porrà il problema esuberi. Nessuno dei giornalisti presenti ha toccato il nervo scoperto della manipolazione e della censura di cui non mancano esempi anche in ambito di TG regionali.“La Rai regionale” immaginata da Claudio Burlando “può contribuire alla formazione del processo turistico della Liguria”, diventando “uno strumento di promozione delle attività turistiche”.
Di altro spessore l’incontro di martedì 22 marzo con Dario Vergassola e Marco Travaglio promosso dal Movimento Università Opinione di Alessandro Morelli, unico politico in sala Mino Ronzitti. Il comico ha parlato senza esitazioni di “autocensura”, di direttori RAI “arrabbiati”, di paura “che ti levino il posto”. Il giornalista ha descritto “i pezzi di realtà inesistente che vanno a reti unificate”, passando da Vespa a Floris: “Oggi diciamo meno male che c’è Ballarò…Ma se pensiamo alla TV di quattro anni fa, quella di Santoro, diciamo meno male che c’è Ballarò con una tristezza pazzesca! Floris non passa mai una notizia nemmeno per sbaglio!”. Il caso Buttiglione ha preso corpo nella sua interezza, “Gli hanno fatto tre domande di cui era al corrente cinque giorni prima! Gli hanno chiesto come potesse aspirare alla commissione giustizia dopo quello che aveva dichiarato sui gay, avendo un capo di gabinetto arrestato per truffa, come potesse aspirare alla giustizia insegnando in un paradiso fiscale… L’accanimento religioso non c’era proprio, anche il paradiso fiscale non c’entrava niente con la religione!”, per arrivare all’analisi spietata del caso Sgrena: “Calipari è morto perché è stato pagato un riscatto! E non l’abbiamo detto! Che cosa avrebbe fatto la BBC?”.
Nello stesso giorno e alla stessa ora al teatro Modena il requiem per la Costituzione.
Proviamo ora ad immaginare queste tre iniziative in una giornata, in una sola sede, allo stesso orario, con un numero superiore a quattro di giornalisti coraggiosi, e con un numero superiore a tre di politici spinti da devozione per la verità. Proviamo a sognare. Sarebbe un bella partenza ovunque si volesse andare.
(Giulia Parodi)