Regionali. Profumo di vittoria non disperdere

Emittenti private a pieno servizio, reti pubbliche intimidite e condizionate, la tentata truffa sul voto disgiunto, condotta a colpi di mezze pagine a pagamento sui giornali, per ingannare l’elettorato di centrosinistra; nulla è servito a frenare il crollo della destra in Liguria, come del resto altrove.


Così Biasotti e soci provano il gusto amaro della sconfitta e insieme dello sfratto dalla reggia che si erano concessi in piazza De Ferrari (a spese della comunità, s’intende): ben poco rispetto al fiele assaporato fino in fondo da tanti comuni cittadini, cacciati di casa o dal lavoro-a-tempo, e senza “ammortizzatore” alcuno, così come vuole la spietata logica del neoliberismo imperante (fino a ieri). Eloquenti al riguardo le ultime battute pronunciate, nel faccia a faccia tv, dallo stesso Biasotti: “Utopie, sogni… Ma come si fa a garantire ai giovani il posto fisso?”, era la sua replica a Burlando che si proponeva almeno di perseguire un simile traguardo.
A ben pensarci, è stata proprio la cinica interpretazione politica di una pingue quanto ottusa classe sociale chiusa nei suoi privilegi, nemica delle regole e delle istituzioni, in quanto freno al proprio tornaconto, che ha determinato la bocciatura in massa dei Berlusconi boy alle regionali. L’ipnosi catodica non poteva durare più di tanto; così pure l’inganno del marketing che guida la vita pubblica a colpi di spot: il cerone ormai si scioglie e appare terreo il volto di Berlusconi, smascherato nelle sue bugie dall’incalzare di D’Alema a Ballarò. Ritorna insomma il tempo dei valori, delle passioni, della politica nel senso più alto. Che –ricordiamolo– è quello di dare anzitutto voce e attenzione a chi sta più in basso, fuori dal capitolo.
C’è profumo di vittoria nell’aria; cerchiamo di non disperderlo, di non farci del male da soli. E’ già successo. Questo Osservatorio che, come una Lanterna manda semplici flash ai naviganti, può solo avvertire di stare alla larga da certe sirene. Il mezzo milione di liguri (492.346) che ha dato la sua fiducia a Burlando non si aspetta miracoli: solo conferme.
(Camillo Arcuri)