Polemiche. Tante altre chiese oltre la moschea

In Via Casaregis c’è la Chiesa Greco-Ortodossa, in Via Assarotti la Chiesa Evangelica Valdese, in Via Bertora la Sinagoga, in Via Boine i Testimoni di Geova … perché è così difficile dire: a Cornigliano la Moschea…?


E’ difficile perché ogni significativo mutamento dell’assetto culturale e sociale in cui viviamo richiede un grande lavoro di trasformazione della nostra (ed altrui) mappa mentale ed emotiva. La creazione della Moschea a Cornigliano non determina questo mutamento, ma sancisce in modo simbolicamente significativo che questo si è già compiuto. Anche a Ponente. La difficoltà, oggettiva, però cresce a dismisura quando c’è chi si mette a cavalcare in modo cinico e irresponsabile l’attuale clima di tensione internazionale con il mondo islamico, o se ne lascia travolgere acriticamente.
Grandissima quindi la responsabilità che si è assunto il cardinal Bertone mancando di indicare la strada della razionalità, del rispetto, della speranza (e dell’amore?) a chi si oppone all’edificazione della Moschea, a chi rivendica, come è avvenuto al Centro Civico di Cornigliano, “il diritto alla paura senza doverla motivare”, a chi invoca la necessità “di innalzare un muro contro l’invasione islamica”, e a chi, invece di ascoltare, ha tacitato con urla e fischi la solitaria e coraggiosa voce contraria di una ragazza che ricordava come nessun problema si sia mai posto quando la Moschea era in Via Venezia.
Peggio: il Cardinale ha offerto a chi si oppone alla Moschea la scappatoia delle soluzioni ambigue (cercare uno spazio più ampio, più aperto, più neutrale… non prendere decisioni affrettate…), quelle che impediscono di riconoscere la verità intorno a noi e dentro di noi.
Nel frattempo, ogni venerdì, dalle 12.30 alle 14.30, quando sono a casa, osservo dall’alto la preghiera islamica che si svolge nel cortiletto del retro del palazzo dove abito, in Via del Campo. Tappeti distesi per terra, scarpe ordinatamente allineate nel vicolo, persone raccolte in preghiera. Al termine la gente si saluta e fa due chiacchiere, come sul sagrato della Chiesa, salvo che qui non ci sono donne: le mappe emotive e mentali sono in tensione, la mia e le loro, ma la soluzione è qui che va trovata.