OLI 283: DISTURBI ALIMENTARI – Goccia a goccia

Difficile riuscire ad entrare nella testa di un adolescente, tutti lo si è stati, alcuni lo rimangono, alcuni mutano, forse per il senso del dover esser adulti. Stereotipi di adulti? O forse semplicemente monadi dalla memoria breve? Facile percepire la fragilità di quell’età, dove i modelli sembrano irraggiungibili, ma non sono loro il vero motivo, è l’inadeguatezza alla vita, dalla quale molti riescono a salvarsi, in vario modo. Chi con una buona costruzione di sé, che nelle varie fasi della vita ti consente di collocare il vuoto dentro in vari spazi, chi con un involucro d’ovatta o con lo spirito clownesco, che lo rimbalzano, chi incanalandosi in lavoro, sport, binari vari. Spesso, nel breve lasso della gioventù c’è chi tenta di controllare la propria inadeguatezza, misurando uno degli elementi più naturali che esistono, simbolo di amore, condivisione, fertilità, affetto: il cibo. I media, veri broker dei sentimenti e dell’intelletto del giorno d’oggi, ci mettono poi sopra un bel cappello, funzionale, ad effetto! Trasformano anoressia e bulimia in qualcosa di cronachistico, un po’ salutista e un po’ fashion… Che siano tutti delle fashion victim o dei vegani che non hanno ancora coscienza di sé?(*) Dura da pensare, considerando che si può essere a. e b. (anoressici e bulimici) senza limite d’età e d’intelletto.
L’inadeguatezza è una brutta bestia, è la bestia per eccellenza, il “mistero” sacro e profano della vita, che l’annienta, prima che sia la vecchiaia, la malattia clinica, prima che la morte, che non chiede l’età anagrafica per educazione, bussi alla porta. Distante anni luce dal tempo di morire, che ciascuno avrebbe il diritto di scandire in condizioni di personale impossibilità a vivere, a. e b. sono l’inconscia, spesso, come la dispercezione del proprio corpo, o conscia scelta di rinunciare a vivere. Quando la vita è una porta aperta, non si riesce a superarne la soglia. Non è necessario vomitare, pesare, controllare le calorie, farsi di lassativi, basta rinunciare goccia a goccia al cibo, alla vita, perché questa fa paura, perché si sente un vuoto uterino dentro.
È difficile comprendere che una monade in fondo non è sola, ma fa sistema con le altre. Se ci si butta, passando attraverso quella porta ci sono strutture che fanno da paracadute, anche a Genova. Ci aiutano a fluttuare nella vita, moto perpetuo al quale è dolce adeguarsi, sebbene qualche volta ci sommerga, per farci riemergere sorprendentemente subito dopo.
* http://seidimoda.repubblica.it/dettaglio/Portman:-vegana-o-anoressica/75460
(Maria Alisia Poggio)