25 Aprile. Mussolini? Un martire per Rai Due-Fiamma

Era terminato da pochi minuti “Cefalonia”, film-tv di Rai Uno sul sacrificio della Divisione Acqui nell’isola greca, dove i nostri militari, abbandonati a se stessi da alti comandi indegni, quanto il re fuggiasco, vennero massacrati dai nazisti. Quello trasmesso la sera del 12 aprile non era un documentario ma una fiction televisiva, quindi una storia romanzata che facendo leva su un bravissimo Luca Zingaretti, sergente dalle travolgenti imprese belliche e amorose, non mancava di rievocare la tragica sorte toccata ai nostri soldati, “rei” di essersi rifiutati di combattere a fianco dei tedeschi: 9.300 militari italiani morti, passati per le armi, uccisi in combattimento o nei lager, su 11.000 di stanza nell’isola.


Spente le scritte con la tragica contabilità dell’eccidio, chi passava col telecomando alla vicina Rai Due si trovava di fronte a una ben diversa vulgata della storia, avente per oggetto la beatificazione di Mussolini e complici, cioè i responsabili di tanti orrori, Cefalonia compresa; ma oggi da presentare come vittime di chissà quale ingiustizia. Tutto ciò secondo il revisionismo che la rete Rai, in quota AN, vorrebbe far passare per verità negate. E’ toccato a una puntata di “Voyager” proporre per l’ennesima volta l’interrogativo su chi uccise Mussolini e chi ne ordinò l’esecuzione, come se decine di libri, inchieste giornalistiche e ricostruzioni storiche non avessero da tempo scritto parole definitive sull’argomento. Basti ricordare le dichiarazioni categoriche rese a suo tempo dal presidente Sandro Pertini, il quale non ebbe alcuna esitazione a ribadire che era stato il CLN, unica autorità riconosciuta in quei giorni, a emettere la sentenza di condanna a morte per il Duce del fascismo e nello stesso tempo a confermare che il compito di eseguire l’ordine fu affidato al comandante Valerio, Walter Audisio.
Ma tant’è… tutto fa brodo, anche un libro di un giornalista notoriamente nostalgico, quale Luciano Garibaldi, con i suoi reiterati interrogativi senza alcuna risposta, le ombre di inesistenti misteri e, soprattutto, il mai sopito rammarico per la mancata consegna di Mussolini agli Alleati (esattamente ciò che il CLN voleva evitare). Soltanto che, approfittando della tribuna di Rai Due-fiamma, il revisionista di turno ha dato sfogo ai suoi antichi risentimenti, definendo addirittura “martiri di piazzale Loreto” Mussolini e i gerarchi fucilati. Ora, il culto dei morti si sa che porta spesso a cancellare i peggiori delitti (deportazioni di ebrei, fucilazioni di resistenti) commessi in vita. Ma a tutto c’è un limite. Oltre è delirio.
(Camillo Arcuri)