Certi campioni di ambientalismo

L’ambientalismo americano è rimasto folgorato sulla via del nucleare. Martedì 17 maggio un articolo del Corriere della Sera enfatizzava la presa di posizione di alcuni verdi statunitensi, che secondo il quotidiano di via Solferino avrebbero radicalmente cambiato opinione (o starebbero per…) su temi quali gli OGM, l’urbanizzazione e appunto il nucleare.


Tra queste figure ‘redente’ l’articolo citava – come esempio di ambientalista doc inattaccabile – Stewart Brand, che su Technology Review
(www.technologyreview.com/articles/05/05/issue/feature_earth.asp?trk=nl) si abbandonava ad audaci predizioni sul futuro dei movimenti ecologisti.
Ma a ben guardare, considerando ad esempio la sua biografia (www.guardian.co.uk/Archive/Article/0,4273,4233515,00.html), non sembra di poterlo definire una personalità votata all’ambiente: i suoi interessi sono più tecnologici, spesso volatili, e comunque particolarmente abili a intercettare idee di business. Può darsi che mi sbagli, ma non parlerei di un campione inattaccabile di ecologista. A meno che non volessi pompare una notizia.
(Carola Frediani)