Spoon Riva. Amianto e lattine sogni in saldo

Amianto. Questa la parola magica ripetuta come un mantra dai dipendenti delle Acciaierie di Cornigliano . Amianto e lettere che verranno inoltrate dai più per raccomandata all’ufficio amianto dell’Inail entro e non oltre il 15 giugno data di scadenza per inviare richiesta come prevede il decreto che ha esteso sino al 2003, retroattivamente, la possibilità di beneficiare dei relativi riconoscimenti contributivi.


Parola d’ordine: fare domanda. Farla comunque. Anche se non si è lavorato nell’amianto. Anche se non se ne conosce l’aspetto. Perché presentare domanda “costa solo la raccomandata” e non sia mai che tra qualche anno non esca una campana ambientale, una grande coperta d’amianto per tutti, sarebbe tragico esserne esclusi per pigrizia. O per onestà. Qualcosa di napoletano.
Come un lotto. Come la grande strada a mare di Cornigliano, il progetto nel progetto, che sposterà capannoni, uffici, liberando spazi per un grande parco urbano e per il distripark. Come le aree per la nuova linea di banda stagnata che sostituirà l’altoforno, cancellando il problema degli esuberi. Amianto per essere fuori e zincatura per i più giovani oggi, lavorazione importante delle Acciaierie, di fatto ferma sino al 24 giugno con settanta operai circa già in ferie forzate o a spazzare piazzali per mancanza di ordini. Che ad ascoltare con attenzione si dubita arriveranno dopo. Stagnare anziché zincare. Anche se si sta iniziando il viaggio nella “terra di mezzo” quella che ciclicamente prevede per la siderurgia anni di crisi nere.
Stagnare. Preverniciare. Produrre lattine in acciaio. Senza un progetto industriale ufficiale, condiviso con la società civile. Senza convocazione dei sindacati. Bocconi di progetto nella ciotola dei giornali. Senza guardarci dentro. Scivolando leggeri sulle Acciaierie come Dumbo. Ali al posto delle orecchie. Con ampie virate. Senza mai disturbare i funamboli del circo Riva. Per altri cento anni.
(Giulia Parodi)