Sanità – Se anche Regesta s’incavola

Gli articoli di questi giorni sui vari quotidiani denotano malumore nei confronti della nuova giunta regionale.


I fatti: Mauri, che ha voluto fare all’IST una chirurgia toracica, quando ce ne sono già due a S.Martino e a Villa Scassi, che per tenere caldi i loro letti li occupano fifty-fifty con altre patologie (segno, cioè, di eccesso di offerta rispetto al fabbisogno). Ferrando (Lionello, direttore generale di Sampierdarena) che presenta ricorso contro la Regione per i criteri di assegnazione dei fondi 2004 (sic!) deliberati da questa Giunta (non da Biasotti, ri-sic!) sulla base di dati che valgono come una banconota da 15€. Anche “ü sciü Parodi” (Alessio, dir. Amministrativo Galliera) si ribella; e non all’idea di chiudere i piccoli ospedali della ASL ma per la ragione contraria. Rifiuta la loro razionalizzazione e qualsiasi – come usa dire oggi – sinergia con Villa Scassi, che nel tempo potrebbe migliorare la risposta all’emergenza e a contenere i costi, cose che non guasterebbero.
Buon ultimo ma non meno importante è apparso Regesta che, come capo dei primari sanmartinesi, ha una sorta di primogenitura trasversale nel diritto di critica. Che dice? Nulla che i lettori di OLI non abbiano già letto, e cioè che la delibera di ripartizione dei denari 2004, adottata da Burlando, è la fotocopia di quella adottata dalla precedente giunta Biasotti. Infatti vi si legge: “il modello di programmazione è quello in uso presso l’assessorato ormai da due anni”. Ma allora, domanda Regesta, che cosa abbiamo cambiato a fare?”. Quesito che può essere semplificato con quello: ma abbiamo cambiato?
In effetti, lasciando al loro posto i massimi gradi della dirigenza economica e sanitaria regionale (che può facilmente tenere in ostaggio i “politici” non “tecnici”) e lasciando immutate o riciclando (negli enti convenzionati) le direzioni generali che hanno fatto il buco, qualcuno pensava davvero di iniziare il cambiamento? La giunta di centrosinistra sinistra non ha percepito che nel mondo della sanità la voglia di cambiare era tanta e che il face-lifting operato (stancamente) a tutt’oggi sta già cadendo a pezzi, senza aver accontentato nessuno.
(Galeno)