Alice nell’Università – L’uso e l’abuso delle parole

La cronaca cittadina (Il Secolo XIX, 11 novembre e la Repubblica- Il Lavoro, 12 novembre): armati da cazzuole e carichi di cemento, sabbia, stucco e pittura un gruppo di studenti ha occupato due locali dell’Università – chiusi dal 1991- in via delle Fontane. Il gruppo si è dato un nome: “Humpty Dumpty”.


E’ lo stesso dell’ uovo parlante di Alice nel paese delle maraviglie. Che stava “seduto a gambe incrociate come un turco sopra un muretto alto, così stretto che Alice non capiva come facesse a stare in equilibrio”. Un simbolo della precarietà e quindi della loro condizione. E per uscirne il primo passo era il ritrovamento di uno spazio. Come ha detto uno studente “Non c’è un luogo dove vederci senza spendere soldi, eppure l’università la paghiamo tutti”. Per questo hanno scelto di crearlo; aperto a tutti. Per discutere dell’ “l’incapacità dell’Ateneo di fornire risposte in termini di cultura, servizi e spazi, per protestare contro la riforma Moratti” – “l’ennesimo passo verso l’aziendalizzazione e la privatizzazione dell’istruzione italiana”. Poi c’è la mensa troppo costosa, la dilatazione degli effetti delle leggi sul copyright che comporta spese sempre più pesanti a loro carico e, specialmente, la preparazione dello sciopero nazionale del 25 novembre.
Anche il ministro Pisanu ha detto che si sta preparando per quella data. A modo suo, si capisce.
L’8 novembre alla Camera, a proposito dei “disordini” scoppiati a Roma il 25 ottobre durante la manifestazione contro la riforma dell’ordinamento giuridico dei docenti universitari, ha detto: Si fa sempre più marcato “il tentativo delle frange estreme dell’universo antagonista di esasperare ogni forma di protesta per deviarla dall’alveo democratico e condurla allo scontro violento”. Affermazioni gravissime – ignorate da quasi tutta la stampa – che (lo ha osservato Furio Colombo, l’Unità, 13 novembre) associano indistintamente le decine di migliaia di studenti e docenti uniti nella protesta.
“Oggi – ha detto Pisanu – in Italia le insidie maggiori alla sicurezza e all´ordine pubblico non vengono dalle periferie urbane degradate, ma dal terrorismo, dalla criminalità organizzata, dall´eversione interna, dall´immigrazione clandestina e dall’illegalità diffusa“.

“Quando io uso una parola” disse Humpty Dumpty con un certo sdegno “quella significa ciò che io voglio che significhi – né più né meno”.
“La questione è” disse Alice, “se lei può costringere le parole a significare così tante cose diverse”.
“La questione è” replicò Humpty Dumpty, “chi è che comanda – ecco tutto”.

(Oscar Itzcovich)