Telegiornale – Non tutti i ladri sono uguali

La fontana di Trevi è uno scenario classico non solo per riprese cinematografiche, ma anche per truffe vecchia maniera: e il Tg di lunedì 14 novembre, ore 20,30, non ci ha risparmiato né il bagno della pettoruta Anita che invoca il bel Marcello nel film “La dolce vita”, né l’impareggiabile Totò in procinto di vendere la monumentale scultura all’americano credulone d’un tempo.


Tutto questo per inquadrare l’ennesimo furto o appropriazione indebita che sia l’azione poco commendevole di quattro addetti alla pulitura della stessa fontana romana, i quali la ripulivano in tutti i sensi. Incaricati dal Comune di raccogliere settimanalmente le monete lanciate dai turisti come segno beneagurante, una media di duemila euro a “levata”, metà dei quali va nelle casse civiche, l’altra metà alla Caritas, quei tipi avevano pensato male di tenersene qualche sacchetto per le proprie opere di bene. Finché, com’era fatale, le loro manovre sono state notate dai vigili (div ersamente non si chiamerebbero così) che li hanno presi sul fatto e arrestati.
Nulla di straordinario, anzi una storiella persino un po’ scontata, se non fosse per il commento in voce, questo sì sorprendente, che l’ha accompagnata nel tg, dove i responsabili, anzi finora gli imputati della sottrazione delle monete, sono stati definiti ora “furfanti”, ora “malviventi”. Senza voler usare alcuna benevolenza fuori luogo verso costoro o minimizzare il loro gesto, la terminologia scelta per definirli sembra davvero provenire dai recessi di un vetusto linguaggio di cronaca di stampo lombrosiano. Nulla è casuale, neppure il ritorno all’uso di un lessico giornalistico tipico dei tempi che furono, quando gli annali giudiziari erano zeppi di processi a ladri di polli e mai vedevano coinvolti nomi della finanza o della politica. Ora per lo meno si sa che la giustizia non è quella. E anche i telespettatori non del tutto inebetiti dai grandi fratelli, sentendo usare espressioni così truci verso i ladri di monetine, si domandano come dovrebbero essere definiti quei ri veriti personaggi accusati di aver derubato migliaia di risparmiatori o corrotto perfino i giudici.
(Camillo Arcuri)