Genova-Milano – Per la Moratti sindaco l’Iit come dote?

L’Istituto italiano di tecnologia (Iit) è come l’oscuro oggetto del desiderio di Buñuel. E come tutti gli oggetti misteriosi, fin dai primi giorni della sua creazione da parte dall’asse Bossi-Tremonti, continua a riempire le pagine della cronaca cittadina.
La creatura nasceva con la legge finanziaria per il 2003 senza il minimo coinvolgimento della comunità scientifica, perché secondo gli ideatori – si trattava di costruire una struttura nuova, snella, efficiente. Non appesantita dalle regole della burocrazia anche accademica.


A quasi due anni dal suo concepimento alcuni hanno osservato che il centrosinistra è stato maldestro nel disconoscere il merito di Biasotti nell’indicare Genova come una delle sedi del nascente istituto. Al punto da rischiare di vedersi portare via l’Iit a favore di Milano come nuova sede. Abbandonata la sede di Quarto, “è stato trovato uno spazio ai Magazzini del Cotone, poi a Morego, con l’obbiettivo di trasferire tutto l’Iit agli Erzelli. Scelte volute fortissimamente dal centrosinistra, che avrà i suoi buoni motivi e interessi per cambiare quanto già deciso da Biasotti. Ma che adesso finiscono per lasciare nella massima incertezza tutta l’operazione”. Così ha scritto D. Pistachi (il Giornale, 20 novembre) aggiungendo “che la voglia matta di Burlando di portare tutto agli Erzelli, la collina più ambita della città, significa puntare al consolidamento del progetto di Carlo Castellano, che è anche il numero uno di Esaote”.
A questo si sommano inquietanti inadempienze del governo: dal 1° ottobre, tutti gli organi dell’Iit sono scaduti e sono anche già trascorsi i 45 giorni di prorogatio previsti dalla legge. L’Iit è acefalo. L’imminente candidatura della Moratti a sindaco di Milano ha fatto pensare a uno “scippo” a favore di questa città; un asse fra il ministro Moratti, il presidente di Assolombarda (Diana Bracco, della “Bracco” che sta vendendol’Esaote) e il Politecnico di Milano per portarsi via le nanotecnologie e le neuroscienze. A Genova resterebbe solo la robotica. Uno “spezzatino”. “Un Mit in salsa tricolore, il cui blocco ha già provocato una pessima figura con il mondo scientifico internazionale, congelando il bando per la scelta dei primi 20 ricercatori” (L. Leone, Il Secolo XIX, 19 novembre).
Ora. la Moratti smentisce: “L’Iit è un fiore all’occhiello di Genova e lì resterà”. Metafora non rassicurante non appena si rammenti che il logo dell’Iit è proprio un fiore, il dente di leone, detto anche soffione perché rilascia con estrema facilità i suoi semi al vento. Il regalo di Bossi e Tremonti alla Liguria di Biasotti per aiutarlo nelle elezioni regionali non ha dato i frutti sperati? Forse c’è chi, pensando al soffione, spera che possa darli altrove. La Moratti, che non è ministro delle infrastrutture e dei trasporti, non può portare in dote sul Naviglio il ponte sullo stretto. Ma qualcosa dell’Iit, sì. Ricordiamo che ancora manca la nomina dei primi e importantissimi tre componenti del Consiglio Direttivo dell’Iit, che avranno anche il potere di scegliere liberamente gli altri dodici membri.
(Oscar Itzcovich)

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