Fronte del porto – Batini nuovo anzi lo stesso

Ampio spazio sui giornali alla Culmv che “riaggancia il sindacato”, e a Batini che indica la strada per lo sviluppo del porto lanciando, nientemeno, “l’internazionale del lavoro”.


L’occasione è fornita dalla iniziativa co-organizzata con la CGIL per fare fronte ad una situazione preoccupante: le ipotesi di sviluppo conseguenti all’aumento di traffici da Cina ed India non si stanno verificando, le possibili direttrici dello sviluppo del porto sono ancora molto incerte, e nel frattempo per la Compagnia le giornate di lavoro si riducono e si profila un problema salariale. E’ tempo allora di cercare alleanze a largo spettro, cosicché Batini “rivaluta il fatto di discutere con la gente che lavora”.
Non che i salotti non contino, si affretta a precisare. Ma, evidentemente, il momento gli fa apprezzare in modo nuovo anche quanto potrebbero contare i lavoratori. Sui giornali in effetti sono molti i riferimenti a passati dissapori tra Culmv e Cgil: si parla di incomprensioni, equivoci, freddezze, spine che pareva fossero state staccate (ma non era così), presunte incompatibilità (ma si trattava solo di equivoci).
Mancano purtroppo esemplificazioni che chiariscano ai lettori di che si sia trattato. Comunque, viene detto, quello che importa è che ora siamo all’apertura di un nuovo corso che “pone al centro il lavoro” e che fissa obiettivi condivisi: l’occupazione, il salario, la formazione, la professionalità, il superamento della precarietà e la sicurezza, perché, sottolinea Batini, il lavoro non produce solo reddito e dignità, ma anche infortuni e malattie.
Su questo punto, però, esco dalla assemblea con più perplessità che risposte. Gli oratori puntano il dito sugli enti a cui competono compiti di controllo, mentre sorvolano sulle responsabilità di chi il lavoro lo organizza e non forniscono alcun dato sugli andamenti degli infortuni: la loro incidenza è sempre molto più alta rispetto alla già alta media portuale? Le cose stanno migliorando? Dove e in base a quali interventi? Nessuno ne parla, così come nessuno raccoglie la provocazione di Maurici, segretario degli Edili, che pure dice cose abbastanza dure: “credevo che dopo tanti decenni di lotte nel porto ci fosse un livello di esercizio dei diritti più avanzato, e invece mi accorgo che non è così… è importante far decollare il porto in simbiosi con tutta la città, ma è altrettanto importante tenere comportamenti lineari e di coerenza, ad esempio sulla sicurezza in porto: ci sono cose che gridano vendetta… il lavoro va messo al centro, ma rispetto a questo ragionamento dobbiamo dimostrare di sapere razzolare bene…”. Molta enfasi invece viene posta sul ruolo che avrà la scuola portuale che la Culmv si sta attrezzando a creare. Come se fosse questo il toccasana per la sicurezza del porto
(Paola Pierantoni)