9 Aprile – Se il candidato scende col paracadute

La pessima legge elettorale “ad personam”, che rischia di rendere ingovernabile il paese per nascondere una sconfitta elettorale annunciata, ha almeno un vantaggio per la Liguria. Solleva l’elettore da una difficile scelta tra candidati in cui è molto difficile riconoscersi e ancor più delegare la propria rappresentanza in Parlamento.


Candidature che vanno da ignoti paracadutati dalle segreterie dei partiti, dove pensano siano sufficienti, per rappresentare la Liguria, l’amore per il pesto e l’amicizia con Monteleone, fino a personaggi travestiti da ministri che pensano di risolvere i problemi dell’approvvigionamento energetico raccomandando alle massaie di risparmiare il metano nei lavori domestici. Eppure la Liguria non difetta di esponenti che potrebbero degnamente, e con competenza, rappresentarla. Dai manager che hanno trasformato lande portuali fatiscenti in aree di attrazione turistica, ad architetti di fama mondiale, ad artisti, poeti, lettera ti, storici, scienziati che tengono alto il prestigio del paese.
La settimana scorsa, per esempio, ha commosso e convinto la schiettezza del sacerdote genovese che, a proposito della prossima visita del PPE in Vaticano, affida ad internet il messaggio “Caro Papa, non regalare uno spot elettorale a Berlusconi” (La Repubblica, 2 marzo 2006), invito che riflette il pensiero di molti sacerdoti, come espresso nel fondo di “Vita pastorale”, la rivista mensile dei parroci (La Repubblica, 4 marzo), che a proposito del Polo scrive “Ha elevato a sistema la corruzione e il furto” e sui condoni precisa “Cosa sono se non la legalizzazione dell’illecito e dell’evasione fiscale? E questo è ancora un furto o è diventata una virtù?” Una conferma dello stato d’animo dei sacerdoti si è avuta nella trasmissione Rai di “Prima pagina” (domenica 5 marzo) con l’intervento di un parroco di Catania, liquidato frettolosamente dal conduttore della trasmissione, che a proposito del libretto di propaganda elettorale inviato dal nostro Presidente del Consiglio a tutti i parroci italiani si chiedeva se Berlusconi li avesse scambiati per allocchi o per opportunisti in funzione della promessa di qualche contributo finanziario e concludendo sull’impossibilità di poter ritrovare lo spirito evangelico nella legge Bossi-Fini.
(Vittorio Flick)