Internet – Basta scommesse se B. è perdente

Dal 24 febbraio, Internet in Italia è diventata una rete in cui tutti possono raggiungere tutti… tranne coloro che non sono graditi a chi sta al governo. Proprio come in Cina e in alcuni paesi arabi.


Punto informatico (www.punto-informatico.it), un autorevole quotidiano di informazione su Internet, così commenta il provvedimento che, in attuazione della legge finanziaria, ha ordinato all’AAMS (Azienda autonoma monopoli di Stato) di impedire l’accesso ai siti, per la maggior parte stranieri, che offrono giochi e scommesse online.
Anche se i Monopoli e il governo giustificano la scelta di imporre i sigilli ai siti di scommesse come una manovra per difendere il cittadino da truffe e illegalità (L’Unità, 23 febbraio), la drastica decisione ha destato sorpresa e ha provocato duri commenti, per ora quasi esclusivamente nella “blogsfera”. Si osserva che la misura del governo (forse presa per obbligare i bookmaker a richiedere una concessione di Stato e quindi a diventare soggetti di prelievo fiscale) è sostanzialmente illegittima perché contraria alla normativa comunitaria. L’Alcei (Associazione per la libertà nella comunicazione elettronica interattiva, www.alcei.it) segnala che “è gravissimo che nel giro di poco tempo dall’approvazione della legge che impone filtri antipornografia, sia stato adottato un altro provvedimento normativo di schedatura e controllo generalizzato, questa volta con la scusa del gioco d’azzardo.
E’ evidente che, oramai, rotto l’argine di ragionevolezza che per anni si è cercato disperatamente di sostenere (basato sul concetto che ciascuno deve rispondere di quello che fa), parlamento e governo hanno prodotto una tracimazione normativa unilateralmente orientata a trasformare il provider un vero e proprio “sceriffo della rete”… La vaghezza di queste specifiche norme antigambling è tale che potrebbe applicarsi, con qualche piccola e “innocua” acrobazia sintattica, fin al punto di far ritenere obbligatoria l’intercettazione telematica senza controllo del magistrato”.
Il provvedimento ha anche avuto inevitabili effetti collaterali: sono stati pure oscurati i siti dei più autorevoli bookmaker europei che si occupano anche di scommesse elettorali. Siti come quelli della Sportingbet (www.sportingbetusa.com), Unibet (www.unibet.com), Betfair (www.betfair.com) e Ciaobet (sport.ciaobet.com) non sono più raggiungibili dall’Italia. Visitando questi siti si sarebbe potuto apprendere ciò che uno scommettitore spera di incassare se vince il candidato su cui punta. Una misura certo soggettiva delle probabilità di vincere del candidato: la giocata viene premiata poco, se punta su chi ha molte chance, molto in caso contrario. Unibet quotava Prodi 1,25 e Berlusconi 3,22; Sportingbet, quotava Prodi 1,33 e Berlusconi 3; Ciaobet quotava l’Unione 1,65 e la Cdl 1,95 (L’Espresso della settimana scorsa).
Anche se i sondaggi sono vietati, non pare che il sereno clima di questa inverosimile campagna elettorale possa essere perturbato dalle aspettative provenienti dal mondo delle scommesse. Intanto, Berlusconi, con il solito rispetto per la legalità, continua a dichiarare che, secondo i suoi sondaggi, l’Unione e la Cdl sono in sostanziale parità (Corriere della Sera, 1° aprile).
(Oscar Itzcovich)