Sanità – Il valore della salute: bilancio di un medico

Abbiamo intervistato il dottor Giovanni Andreoli, medico del Galliera.
D. Partiamo dall’inizio: ci si dice che la sanità ligure presenta un deficit, nel 2005, di 244 milioni di euro. Per il 2006 è previsto un deficit i oltre 320 milioni. Cosa significa, per la sanità, essere in deficit?
R. C’è una rincorsa alla ricerca dell’origine di questo disavanzo, ovvero la ricerca del colpevole.


I bilanci, nonostante l’adozione relativamente recente di sistemi di rilevazione e rendicontazione abbastanza omogenei tra le diverse Aziende Sanitarie, risentono troppo della mancata certezza del dato, e della necessità di presentare certi dati, piuttosto che altri, per il consenso che da questi può derivare. Non voglio sicuramente negare l’importanza di una gestione attenta ed efficiente, compatibile con le risorse assegnate, ma in realtà l’attenzione da tempo è troppo spostata sul risultato economico (anzi finanziario) della gestione della Salute a dispetto di tutta una serie di risultati positivi in termine di attesa di vita e altri indicatori simili che, inseriti in un contesto normativo di eguaglianza, equità ed universalità e di evoluzione tecnologica inarrestabile in molti campi, ci devono portare alla consapevolezza del costo sempre crescente che questi risultati richiedono e del fatto che è indispensabile la consapevolezza della crescente necessità di assegnare risorse adeguate per mantenere e sviluppare i risultati raggiunti.
D. Nel numero 104 avevamo portato a esempio di informazione inutile, perché incomprensibile, la tabella inserita in un articolo sul “Lavoro” del 31 maggio, in cui non si spiegava cos’era il “valore della produzione”. Un caso ancora peggiore è offerto questa volta dal “Secolo XIX” del 8 giugno. L’articolo è affiancato da una tabella “Sanità ligure, disavanzo 2005” su 4 colonne: Azienda, Disavanzo, FSR 2005, Rapporto tra disavanzo e FSR. Nessuna spiegazione. Cosa diavolo è il FSR?
R. Spesso l’informazione privilegia un titolo d’effetto a scapito dell’approfondimento dei contenuti, magari espresso con la sobrietà che i nostri quotidiani hanno dimenticato. Gli acronimi e le abbreviazioni non tengono conto del lettore medio (FSR significa Fondo Sanitario Regionale), l’intento è far risaltare, in una competizione acritica, i buoni e cattivi, rendere immediato un giudizio manicheo su argomenti che meriterebbero ben altra serenità di valutazione.
D. I risparmi ottenibili eliminando sprechi saranno sufficienti a eliminare il buco della sanità, oppure bisognerà tagliare anche servizi necessari, per quantità e qualità, alla popolazione?
R. In realtà il vero problema nasce dalla mancanza di una analisi seria del bisogno di salute e delle prestazioni necessarie, appropriate e sostenibili. Accade così che, al di fuori di una programmazione dei servizi e dell’offerta dimensionata a questi bisogni, attenta al territorio e in una logica di sistema, si sia assistito alla rincorsa da parte delle singole Aziende Ospedaliere a mettere sul mercato un’offerta in grado di indurre una domanda spesso lontana dall’evidenza di necessità e sostenibilità.
D. Per una buona gestione della sanità è più importante la competenza tecnica, o l’essere liberi da condizionamenti da parte di interessi economici, di cordate di potere, di posizioni ideologiche? E perché tanti appelli a “osare”, ad “aver coraggio”?
R. Per una buona gestione della sanità la competenza tecnica è indispensabile, la visione politica altrettanto, entrambe libere dai condizionamenti che, mi pare sia sotto gli occhi di tutti, hanno finora guidato le scelte degli amministratori. Il coraggio di osare sta proprio in questo, esprimere i valori e coniugarli con le scelte tecniche che garantiscano la miglior operatività al sistema nell’interesse dei cittadini: altre realtà locali hanno intrapreso queste scelte, sicuramente non semplici e dai risultati non immediati. Mi pare che l’ipotesi di una chiusura o apertura di un Ospedale non possa essere presentato e vissuto come un episodio dalle ricadute localistiche ma debba essere una misura sulla cui valenza ci sia un consenso, frutto di trasparenza tecnica e solidità politica, in grado di coagulare la cittadinanza al di là del momento. Il vero coraggio sta nel compiere queste scelte, soprattutto nella novità che questo rappresenta nel panorama politico local e.
(Pino Cosentino)