Ambiente – Profumo di mare

“Il mare al primo posto” ha dichiarato (Repubblica-Lavoro, 22 giugno ’06) il neo presidente della Fiera di Genova. “Il mare – ha aggiunto il neo presidente- sarà l’elemento di forza della fiera; una benedizione dal cielo…”. Ma, intanto, sarà bene che si occupi della puzza, che è la maledizione di cui si occupano da circa 3 mesi i tecnici di Comune, Arpal, e molti altri (vi ricordate di quanti parteciparono alla caccia – mai risolta – alla famosa “alga killer”, l’estate scorsa?).


I miasmi della Foce: esplosi domenica 22 aprile (Repubblica 23 aprile), “Cinquantamila con la puzza al naso. Assalto a Euroflora ma alla Foce l’aria è irrespirabile”, e proseguiti nei giorni a seguire (ivi, 24 aprile, “Aria irrespirabile, caccia grossa alla Foce”), i fetori erano l’inizio di una inchiesta che, ancora dopo mesi, non è risolta. Ricordate le foto sui quotidiani che mostravano i volti schifati e stupiti dei visitatori di Euroflora? E le dichiarazioni e gli impeg ni: dell’Arpal e dell’assessore Seggi – che “assolve il depuratore” – a fare chiarezza. Tre le ipotesi allo studio e una “task force” per venire a capo del rebus. La quale task force nel giro di 24 ore forniva il suo verdetto (ivi, 25 aprile, “Scovata la centrale della puzza”). Con tanto di soluzione – “provvisoria”, si capisce. I tecnici, dichiarava l’assessore, hanno scoperto la causa del fetore (“ristagno prodotto dalla differenza di quote di impianti fognari”): una “banalità” che poteva essere considerata come già “risolta”. Incerta restava invece la causa della “nube maleodorante” che ristagnava tra via Piave e Mameli. Ma quella è una zona di rivi sotterranei (misteriosi?), diceva l’assessore, mentre prometteva nuove ispezioni.
Euroflora chiudeva i battenti; la puzza no. Riappariva a folate improvvise e si beffava delle dichiarazioni di politici e tecnici appena questi dichiaravano di averla domata. Repubblica del 14 maggio: “Quella strana puzza del week end: da domani in azione la task force”. Sarà la stessa dell’altra volta; quella che aveva detto di aver risolto il problema? Sembra di sì perché si legge che sta operando ormai da 10 giorni: “setacciando tutta la rete fognaria”. L’assessore ipotizza che presentandosi la puzza di merda in occasione del fine settimane l’ipotesi è che ci si trovi di fronte ad un “versamento anomalo”. Intanto, mentre i vigili urbani hanno puntano il loro obiettivo sul depuratore di Punta Vagno, il Nucleo batteriologico e chimico dei vigili del fuoco ha dichiarato che la presunta nube tossica era inesistente. Anche la Procura della repubblica ha ricevuto un rapporto sull’argomento.
Su Repubblica del 16 maggio la notizia tanto attesa: “Scoperta la causa della puzza alla Foce” (e due!). Il mistero delle esalazioni non è più tale. Dipende dal Rio Casaregis di cui il Comune e i tecnici di Genova Acque dicono di sapere poco. In compenso c’è un tale che sulla spiaggia di punta Vagno ci ha passato quasi mezzo secolo che dichiara che il rio “ha sempre emanato puzza” perché quando si riempe troppo non scarica nel depuratore. Con la felicità dei pescatori che al largo pescano cefali e orate ghiotte di quei residui. Ma l’assessore alle opere idrauliche nega che nella rete fognaria vi siano anomalie. Risultato: si brancola nel buio e nella puzza. Come del resto si evince da Repubblica del 6 giugno scorso: “La puzza rimane un mistero”. Tra Comune, Arpal, Genova acque, Amga, Autorità portuale tira aria di sconfitta. Agiremo in profondità – dichiara l’assessore – che annuncia l’imminente “catasto del scarichi”. Conclusione (provvisoria) della vicenda (Repubblica-L avoro, 14 giugno). Nelle principali rete fognarie della città saranno installati marchingegni “sentinelle dell’inquinamento”; altri sensori sono previsti per monitorare la qualità dell’aria… La tecnica… i tecnici… Intanto la puzza continua.
(Manlio Calegari)