Trasporti locali. In treno ormai si ride dell’ordinario sfascio

Giovedì 22 luglio. A Brignole il treno delle 9 per Nervi, annunciato prima con 20 poi 30 poi 35 minuti di ritardo, è finalmente dato per “soppresso”. Si annuncia che il successivo con la stessa destinazione arriverà con un ritardo di 20 minuti. Chi era venuto per prendere il treno delle 9 non partirà prima delle 10. Sul marciapiede in attesa ci sono ormai circa 250 persone.


Oltre a quelli dei due treni per Nervi si sono aggiunti anche quelli di un treno per La Spezia delle 10, 25 anche questo annunciato con 20 minuti di ritardo. La maggior parte dei presenti sembra diretta al mare; molti ragazzi con i loro sacchetti. Gli annunci di ritardi e soppressioni non fanno scandalo; si chiacchiera e si scherza: sono cose di tutti i giorni. Gli unici a guardarsi in giro in cerca di solidarietà per i propri sentimenti offesi dal disservizio sono alcune persone di mezza età (tra cui io): i loro rari commenti non destano interesse ma li fanno guardare con un misto di compatimento-simpatia. Finalmente arriva il treno per La Spezia che, previsto con 20 minuti di ritardo, ne ha invece più di 25. Ma non riparte. Una annunciatrice con voce compunta si scusa per una ulteriore sosta di 5 minuti dovuta a “motivi tecnici”: data la situazione 5 minuti appaiono una ridicolaggine; infatti esplode una risata generale.
Nella vettura dove sto viaggiando una delle porte è bloccata; “non utilizzabile” spiega un avviso prestampato. Un conduttore dice che per regolamento le vetture con porte non agibili neppure dovrebbero essere messe in servizio. Io non lo so ma lo trovo ragionevole. Gli faccio anche notare che sia il WC della vettura dove viaggio sia quello della contigua sono “non utilizzabili” proprio come la porta. Lui si stringe nelle spalle. Un pendolare, un ragazzo che tutti i giorni va a fare il barista a Bogliasco, osserva tranquillo: “sono così da settimane”. E aggiunge che riconosce la vettura per via di certe scritte che si trovano sui sedili. A Bogliasco scendiamo insieme: lui a lavorare e io al mare. Rientro a Genova col treno delle 18. Durante il viaggio, con l’altoparlante interno, il capotreno annuncia che il treno non arriverà, come previsto, a Voltri ma finirà la sua corsa a Brignole. “Chi desidera proseguire” (dice proprio così, “chi desidera”) avrà a disposizione un treno mezz’ora dopo. Tra i viaggiatori grande movimento di telefonini per dare a qualcuno la notizia del ritardo.
Lunedì scorso all’assemblea promossa dall’Unione Consumatori, un sindacalista importante ha detto che ci sono molte società private pronte ad entrare nel business del trasporto locale. Lo ha detto con un tono tra il rammaricato e il minaccioso; come dire: poi andrà peggio. Possibile? Mi chiedo.
(Manlio Calegari)