Addio Maria – I motivi del disonore secondo Lukashenko

E’ un vero peccato che, tra i tanti colleghi che si sono occupati della vicenda di Maria, da punti di vista anche diversi, apparentemente quasi nessuno abbia avuto tempo o modo di consultare l’intervento intitolato “Difesa dei diritti dei bambini e della gioventù” del presidente bielorusso Grigorevich Lukashenko davanti al Parlamento il 17 novembre 2004. Il documento – poco meno di quattro pagine, in traduzione ufficiale, che si trovano sul sito di www.cittadinidelmondo.info – sarebbe stato molto utile per capire cosa stava succedendo e – temo – anche cosa succederà.


E’ necessaria una sintetica premessa, malgrado le molte cose dette e scritte sull’argomento. L’ospitalità temporanea delle famiglie italiane nei confronti dei bambini bielorussi è stata offerta per limitare le conseguenze della nube radioattiva di Chernobyl, ma negli anni, si è estesa anche ad altri bambini, generalmente poveri, senza f amiglia o figli di genitori, per varie ragioni, privati della patria potestà (4.200 nel solo 2003 secondo Lukashenko): sono gli ospiti dei cosidetti “Internat” dei quali “solo il 20%” (ancora Lukashenko), uscendo, “si adattano alla vita da adulto in maniera normale”.
A fronte di questo problema si è sviluppato in Italia un movimento imponente di cui i “media” hanno poco parlato. 50-60mila famiglie, forse centinaia di migliaia di persone coinvolte, 30mila bambini accolti ogni anno, centinaia di piccole associazioni di volontari. Inevitabile che si instaurassero rapporti affettivi e anche richieste di adozione.
Di fronte al Parlamento del suo Paese, il 17 novembre 2004 Lukashenko ha detto basta! Riassumo per sommi capi, ma il testo integrale dell’intervento è su internet:
Noi abbiamo finito, una volta per tutte, con il risanamento dei nostri bambini all’estero senza alcun controllo.
Spediamo migliaia di bambini all’estero? Questo è un disonore per lo Stato. E di questa infamia dobbiamo sbarazzarci una volta per sempre.
Già da noi esiste il problema del consumismo. E questi bambini tornano da quei posti consumisti al quadrato. Di tale educazione non abbiamo bisogno!
Dobbiamo risanare i bambini dentro il Paese. Solo in casi estremi dobbiamo inviarli fuori dalla Repubblica.
Se ci vogliono dare una mano, che ci trasferiscano i mezzi e controllino qui come noi li utilizzeremo.
Non ci servono stracci, roba, fette biscottate etc. Di questa paccottiglia ci basta la nostra. A noi servono apparecchi medici moderni.
Io controllerò come verranno eseguite le mie disposizioni.
La Bielorussia è uno stato sovrano; e, in un certo senso, può fare ciò che vuole. Ma nell’intervento non c’è una parola per la situazione pregressa: non un apprezzamento per l’aiuto dato generosamente per tanti anni, né un accenno ai sentimenti dei bambini e dei loro ospitanti.
Qualche associazione ha accolto la richiesta di portare in Bielorussia gli aiuti: sono partiti idraulici, carpentieri, muratori con attrezzi e materiali per lavorare, durante le vacanze, negli Internat, ma è dura.
Leggere il sito www.volontariperlosviluppo.it
(Gianni Migliorino)