Autore: Redazione

  • VERSANTE LIGURE



    NOTIZIA BOMBA

    “Il dubbio in fondo è sano
    (e me lo pongo anch’io)
    da bus o d’aeroplano
    di bombardare reo:
    ci sono o non ci sono?”
    si va chiedendo Dio.



  • Guido Rossa – La montagna ancora da scalare

    Che strada percorrerà la commemorazione di Guido Rossa? A Genova il mondo sindacale si riunirà il 24 gennaio a Palazzo Ducale e Walter Veltroni è atteso nel pomeriggio dello stesso giorno al teatro Verdi di Sestri Ponente. Ma cosa diranno? Esiste un modo per commemorare Guido Rossa dando un senso a ciò che sta accadendo oggi nella sua fabbrica?
    Le commemorazioni di Rossa, in passato, sono state la rappresentazione della distanza. Come una processione laica, nella quale lo si faceva sfilare senza sentire l’obbligo di guardare dentro di sé. Alle Acciaierie di Cornigliano le commemorazioni hanno assunto nel corso degli anni le sfumature della tragedia: arrivava ogni volta un segretario sindacale per poi sparire nella serena inconsapevolezza della condizione in cui là dentro si lavorava. Le parole toccanti e rotonde di sindacati e istituzioni si incagliavano nella resa del quotidiano, sostituite, il giorno dopo, dal consueto silenzio dello stabilimento.

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  • “Semplificazioni” – Il ricordo del G8 di Genova è ancora vivo

    Con il decreto legge 22 dicembre 2008, n. 200 viene abrogata la legge “Sul miglioramento delle condizioni dei maestri elementari”. Non è un altro atto iniquo del governo Berlusconi. La legge è la n. 3250 del 9 luglio 1876, non ha più alcuna efficacia, come non ne dovrebbero avere le altre 29 mila leggi del periodo 1861-1947 abrogate dal dl Calderoli recante “misure urgenti in materia di semplificazione normativa”. Stratificatesi per decenni secondo disegni mutevoli, se non capricciosi, hanno contribuito non poco alla ben nota indecifrabilità della legislazione vigente.
    Sembrerebbe una buona notizia, e perciò forse è passata nel silenzio quasi generale, se non fosse che nel mucchio da abrogare ci sono norme di ben altra consistenza e attualità. Abrogando il decreto legislativo luogotenenziale 14 settembre 1944 n. 288 – osserva il Corriere della Sera del 13 gennaio – Calderoli ha semplificato troppo.

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  • Porto – La difficoltà d’essere normali

    Quanti articoli sul porto di Genova sono usciti sulla stampa negli ultimi due mesi? All’incirca un paio al giorno. Se non ci credete cliccate su www.portogenova.blogspot.com dove oltre all’elenco completo ci troverete i link di altri siti utili per saperne di più. Ci troverete anche un po’ di articoli di Eddy Glover – pseudonimo preso a prestito dal mitico rappresentante (più di mezzo secolo fa, nel 1954) della Commissione di inchiesta sul crimine nel porto di New York – utili a spiegare perché di una cosa (il porto) di cui la stampa ha parlato così tanto (in genere con competenza) la città continui a capire così poco. L’ha fatto notare anche la sindaco che pure non è Candido nell’intervista pubblicata su Repubblica del 14 gennaio 2009. “E’ curioso – ha detto – che in questa città la questione del porto venga sollevata da don Gallo e risolta dal prefetto”, per dire: non vi sembra strano che ques tioni di tale portata vengano affrontate fuori dei canali istituzionali?

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  • Informazione/1 – Futuro di nicchia per la carta stampata

    Il 16 gennaio nel Faccia a faccia mattutino di Radio3 il giornalista Paolo Franchi ha intervistato Eugenio Scalfari. Tema: la crisi della carta stampata e le sue sorti future.
    Scalfari elenca le cause: una nuova tecnologia si è imposta e le nuove generazioni si sono disamorate della parola scritta sostituendola con la civiltà delle immagini e dei suoni. Ma “mentre la parola scritta può essere riletta, per immagini non si riflette. Non si deposita la comprensione”
    D’altro canto la rinascita della parola scritta e parlata attraverso internet ha caratteristiche sue proprie, perché si fonda su un rapporto interattivo.

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  • Informazione/2 – Segno meno per l’Italia

    Che i giornali vivano una situazione difficile, con calo delle vendite e degli introiti, anche pubblicitari, è ormai consapevolezza diffusa. I dati annuali diffusi dalla Fieg nell’agosto 2008 sono: -7,5% Il Giornale; -4,9% la Repubblica; -4,6% Libero; -4,4% Corriere della Sera; -2,9% Il Sole 24 Ore; -2,8% La Gazzetta dello Sport; -1,8% Il Secolo XIX. In lieve crescita solo La Stampa (+0,3); L’Avvenire (+0,5) e Il Messaggero (+1,06).
    Ma una visita al sito www.lsdi.it del gruppo Lsdi (Libertà di stampa, diritto all’ informazione) suggerisce considerazioni più articolate e meno categoriche: dipende dalla scelta del punto di osservazione.
    In questo caso il panorama è mondiale e i dati sono quelli forniti ai primi di giugno 2008 dalla WAN, World Association of Newspapers (www.wan-press.org) che dal 1986 pubblica annualmente il suo rapporto.

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  • Bus/1 – A un amico che chiedeva

    A un amico che chiedeva, a me cattolico del dissenso, cosa pensavo della propaganda ateistica sui bus genovesi, ho risposto più o meno così. Soldi gettati al vento: gli italiani sono in buona parte già atei. Aver privilegiato in questi anni l’avere sull’essere, mettere come si sta facendo l’uomo ben poggiato sulla pancia anziché sulla testa, l’aver propagandato il consumismo spinto ai massimi livelli da tutti i mezzi di comunicazione sociale, specie da quelli in mano a Mediaset, ha trasformato gli italiani in gente per la quale conta solo, il possedere, la comodità, l’arte raffinata di difendere il proprio orticello infischiandosene di quello degli altri, cioè di tutti. Di tutto questo gli italiani possono ringraziare Berlusconi e soci e non si capisce perché la gerarchia cattolica non l’abbia ancora capito. Può esservi posto per Dio in un mondo così fatto? Su un altro fronte ci ha provato il Comunismo, ma gli è andata meno bene, in quanto l’ideologi a aveva in seno anche gli anticorpi capaci di arginare la fede cieca nel materialismo ateo. E poi il Comunismo non è stata in certo modo l’Idea cristiana impazzita?

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  • Bus/2 – Atei, Agnostici e Aria Condizionata

    «La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno». Certo la notizia non è affatto scontata, anzi forse il gran numero di persone che nel mondo la pensano differentemente gioca per “l’altra” soluzione, ovvero che ci sia, e pure pronto a lanciare un po’ di strali su questa umanità perditempo. Comunque la notizia che gli atei intendono farsi sentire dall’opinione pubblica, scandendo il proprio slogan che non esiste alcuna divinità, martella i giornali da qualche giorno. Con tutto questo rullare di tamburi da ogni parte, ormai pagare l’AMT potrebbe essere inutile, il messaggio è già arrivato a destinazione e la discussione è stata scatenata. In fondo che volete se ne faccia il Buon Dio di queste sciocchezze, quando se esistesse sicuramente rivolgerebbe il suo sguardo importante e risolutivo allo sfruttamento di uomini e animali in Cina, in Africa e nel resto del mondo compresa casa nostra, alle discariche radioattive, agli asteroidi che sono in rotta di collisione con la terra, all’erba che non c’è più e non produce più l’ossigeno uccisa dai diserbanti industriali, eccetera eccetera.

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  • Ma l’Ateneo genovese non risulta attrattivo

    Caro OLI, quale tuo lettore da lunga pezza, oggi non mi spiego la non richiesta difesa d’ufficio della corporazione universitaria genovese [OLI n. 210] (a meno che l’autore – MCA – non ne faccia parte), che non solo e non tanto evita altezzosamente di rispondere ai giornaletti locali (dialoga solo con Le Monde o Frankfurter Allgemeine Zeitung?) ma che – soprattutto – ci regala facoltà assolutamente silenti nel dibattito pubblico cittadino e che, se fosse esaminata con criteri un po’ meno naif di quelli che tanto l’hanno indispettita (magari i titoli scientifici e le varie pubblicazioni di buona parte dei suoi membri), vedrebbe subito evidenziarsi il perché questo nostro Ateneo non risulta minimamente attrattivo, nel pur modestissimo panorama nazionale. Cordialmente.
    (Pierfranco Pellizzetti)

  • Comunicato stampa della Associazione per Cornigliano

    Oggi, 19 gennaio 2009, la Corte di Appello del Tribunale di Genova, presieduta dal dott. Odero, ha emesso la sentenza di secondo grado nei confronti di Emilio Riva e dei figli Claudio e Fabio Arturo per inquinamento ambientale.
    Il processo di primo grado, iniziato nel 2004, si era concluso nell’ottobre 2006 con la condanna dei suddetti imputati a 1 anno e quattro mesi.
    Con la sentenza di oggi, in merito all’inquinamento causato dall’altoforno che era oggetto del nostro intervento, i giudici della Corte d’Appello hanno ritenuto, a causa di un vizio di procedura (ossia di un semplice cavillo legale), di “trasmettere gli atti al Procuratore della Repubblica di Genova”: di ripartire quindi daccapo con un altro procedimento penale, che tuttavia, come si sa, incontrerà la prescrizione ad inizio 2010.

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