Categoria: Politica
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OLI 264: POLITICA – Un mondo senza date
Non basta il Comune di Genova che si dimentica l’ora legale negli orologi stradali (v. Oli n. 256), nemmeno la risposta sonnecchiosa e quasi stupita di un autista della corriera per Recco, che con un semplice “si, si, lo so” commenta il grosso orologio di bordo, il quale a fine maggio mostra ancora l’ora solare. Ad avere un pessimo rapporto con l’ora e con le date è adesso anche l’Esercito israeliano. Sulla rete brulicano infatti i commenti relativi alla falsità su molte foto scattate a bordo delle navi assaltate la notte del 31 maggio, pubblicate su Flickr dal Ministero per gli affari esteri israeliano (1*)Le foto scattate con le fotocamere digitali si portano dietro, intangibili per chi non lo sappia, le informazioni “Exif”, ossia principalmente il tipo di fotocamera e l’ora dello scatto. Queste informazioni restano, e se non cancellate dai file scaricati dalle fotocamere mettono in difficoltà la credibilità in una pubblicazione quando differiscano da quelle dichiarate.Proprio l’Esercito israeliano ha pubblicato su Flickr le foto dell’assalto alle navi dei pacifisti, a riprova dell’atteggiamento aggressivo di quest’ultimi. Queste immagini però contengono al loro interno una “data Exif” diversa da quella dell’intervento. Non è una sola fotocamera a cadere nell’inghippo, ma ben 4 di esse riportano date diverse che sembrano avere a che fare con la “data di default”, preimpostata di fabbrica. Alcune foto portano nello spazio Exif anche la traccia di un passaggio in Photoshop, un programma usato di solito per la modifica delle immagini, per cui per queste decade la possibilità di essere considerate affidabili anche dal punto di vista del contenuto, oltre che della data.Questo non prova che le foto siano necessariamente false, anzi un video pubblicato il due giugno su Youtube (2*) sembrerebbe confermarne la veridicità, anche se il filmato sembra una risposta al problema delle date dopo che sito Agoravox (3*) aveva messo alla luce il problema.Senza entrare nel merito del contenuto delle foto, che ritraggono per la maggior parte normali dotazioni di bordo di una nave come coltelli da cucina o ascie antincendio, che dire però di un esercito che non si cura di produrre una documentazione fotografica con data e ora corrette? E’ vero che i dati provenienti dalla fotocamera non hanno alcun valore legale, così come le date dei file dei computer, però si nota in questa occasione una totale mancanza di precisione e della minima cura dei particolari, di una qualche volontà di predisporre le cose per dimostrare la propria correttezza: insomma, “non gliene frega proprio niente” di apparire corretti. Esattamente come per l’attacco alle navi, come per Gaza, come per i molti casi nel quale questo esercito si è distinto per l’arroganza di agire senza alcuna cura del rispetto del diritto internazionale o della semplice umanità nei confronti dei civili. Chissà che un giorno non si possa avere una data certa nella situazione mediorientale: la data della Pace.Potremo aspettarcela da Israele, però? Aspettando questa data certa, godiamoci quella incerta delle sue foto (4*). -
OLI 263: POLITICA – Una data che ci contenga tutti
C’è qualcosa che non funziona in questa nostra ostinazione a presidiare.Lunedì 31 maggio due piazze a Genova erano occupate da dimostranti contro la legge sulle intercettazioni telefoniche e contro il recente attacco di Israele su pacifisti inermi.Ma queste due manifestazioni che si sono ricongiunte in corteo, sono solo un tassello di un mosaico che si va costruendo dal 2001 senza che se ne vedano né il risultato, né l’impatto concreto sulla cittadinanza.Dopo nove anni sarebbe lecito chiedersi cosa si vuole fare di tutte le energie di chi organizza e di chi partecipa.Forse è arrivato il momento di esserci, come diceva Rita Borsellino due anni fa in Piazza Navona, “uno ad uno e tutti insieme”.Per raccogliere in un unico grande momento tutti coloro che non credono più che l’Italia sia “in buone mani”.Si avvicina il 12 giugno, data della manifestazione della Cgil.Può essere un giorno squisitamente sindacale.Ma potrebbe essere il giorno in cui chi non è d’accordo si ritrova.E allora ci potrebbero essere precari, ricercatori, studenti, insegnanti e magistrati, operai, con la funzione pubblica tutta, medici e pensionati con giornalisti, preti di strada, stranieri e pacifisti.Gay, lesbo, trans e etero.E sindaci e presidenti delle Regioni che ultimamente si sono visti poco.E l’opposizione.E ci potrebbero essere Saviano, Dandini, Santoro e Gabanelli. Con Travaglio, Vauro e Busi.E Fazio con Litizzetto. E Rai3 e tutti i “Raietti”.Poi San Marcellino. E i Viola. E i Rossi. E i Bianchi. Con Emergency e Medici senza Frontiere. E Libera.Poi il Pd: chi c’è, c’è; chi non c’è, non c’è.E Italia dei Valori. E sinistra a sinistra, ecologica voltando a sinistra.Tutti noi, con i nostri impegni, la nostra delusione e l’infinito di disincanto, senza un tema in agenda, potremmo esserci.Esserci con il nostro disgusto. Che è parte del mosaico.Esserci perché Libero distribuisce i discorsi del Duce. E lo fa senza parlare delle vittime che il fascismo e il nazismo hanno prodotto.E se non sarà il 12 giugno la data, se ne fissi un’altra.Ma per cortesia… Che ci contenga tutti. -
Politica – Una data che ci contenga tutti
C’è qualcosa che non funziona in questa nostra ostinazione a presidiare.
Lunedì 31 maggio due piazze a Genova erano occupate da dimostranti contro la legge sulle intercettazioni telefoniche e contro il recente attacco di Israele su pacifisti inermi.
Ma queste due manifestazioni che si sono ricongiunte in corteo, sono solo un tassello di un mosaico che si va costruendo dal 2001 senza che se ne vedano né il risultato, né l’impatto concreto sulla cittadinanza.
Dopo nove anni sarebbe lecito chiedersi cosa si vuole fare di tutte le energie di chi organizza e di chi partecipa.
Forse è arrivato il momento di esserci, come diceva Rita Borsellino due anni fa in Piazza Navona, “uno ad uno e tutti insieme”. -
Gaza – Questa volta ha vinto Golia?
Questa volta ha vinto Golia. E Golia, contraddicendo il mito fondativo e il libro dei libri, ha preso le sembianze del governo e del potentissimo esercito israeliano.
Davide erano i 700 pacifisti, partiti dalla Turchia con un naviglio di 7 navi, arrivati da 50 nazioni, portatori di storia, sentimenti e culture diverse, intenzionati decisamente e sospinti da motivazioni profonde a portare un non più differibile soccorso alle donne, agli uomini e ai bambini di Gaza, rinchiusi da mesi dalla prepotenza di Golia in un lager senza possibilità di scambi con l’esterno e ormai incapaci di reggersi in piedi. Insomma Davide era la freedom flotilla.
Anche questa volta aveva le fionde. Le abbiamo viste tutti, ben inquadrate e diffuse al mondo dalle telecamere dell’esercito israeliano. Ma cosa potevano contro un gigante armato in ogni parte del corpo, coperto in ogni frammento di pelle, con il capo fasciato come un mostro inconoscibile, senza occhi da poter guardare e dotati di raggi accecanti che sfregiavano l’alba, rendendola ancora più tragica? -
Finanziaria – Non più di moda l’operaio?
Secondo l’Osservatorio sulla gestione delle famiglie europee, curato dal PwC, Price waterhouse Coopers e dall’Università di Parma, per i paperoni d’Italia, quelli che possono contare su patrimoni superiori ai 500mila euro investiti in attività finanziarie, titoli o liquidità, esclusi gli immobili, la crisi sembra alle spalle. La ricchezza di 640mila famiglie appartenenti al campione, è salita fra il 2008 e il 2009 del 19%, grazie anche allo scudo fiscale con 85 miliardi di euro rimpatriati e nel 2010 avrà un trend di crescita del 5,3%.
Così il Sole 24 Ore del 10 marzo, mentre il 23 febbraio erano sbarcati all’Asinara gli operai della Vinyls di Porto Torres, che ancora stanno là, non sono l’isola dei famosi, ma quella dei cassaintegrati e protestano vivendo nell’excarcere. Perchè se in questi giorni di finanziaria si parla, non senza ragione, del pubblico impiego tartassato, ci si dimentica dei tanti Cipputi che neppure la sinistra menziona più di tanto.
Un mondo di invisibili condannati alla visibilità in occasione delle morti bianche. -
OLI 262: POLITICA – La diffusione militante della Fondazione Carige
Nuove militanze: 22 maggio, la fondazione Carige diffonde Il Giornale (Foto Paola Repetto e Ivo Ruello)
“Genova in festa. Giovani, stelle e sport”: dal 20 al 23 maggio il centro di Genova (Porto Antico, Piazza Matteotti, De Ferrari, San Lorenzo) è stato davvero in festa, con centinaia e centinaia di bambine, bambini, ragazze e ragazzi che si esibivano in decine di attività sportive e di danza. Scoperta di una vita giovane che scorre quasi insospettata nella città, e si impegna in una miriade di attività mostrando di aver raggiunto un livello di qualità che rivela impegno, passione, lunghe ore di esercizio.
Tre le attività portanti della manifestazione: il “Progetto giovani” della Fondazione Carige, “Stelle nello sport” del Coni Liguria e “Festa dello sport” della Porto Antico.Quindi quattro bellissime e allegre giornate di cui la città deve ringraziare i tre soggetti di cui sopra, e una moltitudine di partner ( Comune, Provincia, Regione, Esercito Italiano, Miur, Carabinieri, Polizia … ) e di sponsor, tanti da decorare fittamente con i loro logo metri e metri quadrati di striscioni.A giudicare dal netto predominio, ovunque, del colore blu e del logo Carige, sembra comunque chiaro che la Fondazione Carige deve aver dato a questa manifestazione molto, ma proprio molto, più degli altri. Quindi un grazie particolare alla Fondazione Carige.Ora, nella mattina di sabato e domenica diverse giovani e graziose ragazze che indossavano una maglietta col logo del “Progetto Giovani” della Fondazione si aggiravano a coppie tra Piazza De Ferrari e Matteotti distribuendo gratuitamente l’accoppiata informativa de Il Giornale più Il Mercantile.Domande: la gratitudine per le belle giornate di sport, danza e giovinezza deve includere anche l’accettazione della distribuzione militante ai cittadini di un foglio spudoratamente governativo? Che relazioni ci sono tra la Fondazione Carige e l’organo di stampa Il Giornale, e in che sedi sono state eventualmente concordate? Quali ne sono le implicazioni, i termini di scambio? Questa azione di stampa e propaganda è stata anticipatamente resa nota e concordata con gli altri attori e sostenitori della manifestazione? Ricordiamo, a questo proposito, che il Comitato scientifico di Progetto Giovani include tutte le principali istituzioni cittadine. -
Politica – La diffusione militante della Fondazione Carige
““Nuove militanze: 22 maggio, la fondazione Carige diffonde Il Giornale (Foto Paola Repetto e Ivo Ruello)Genova in festa. Giovani, stelle e sport”: dal 20 al 23 maggio il centro di Genova (Porto Antico, Piazza Matteotti, De Ferrari, San Lorenzo) è stato davvero in festa, con centinaia e centinaia di bambine, bambini, ragazze e ragazzi che si esibivano in decine di attività sportive e di danza. Scoperta di una vita giovane che scorre quasi insospettata nella città, e si impegna in una miriade di attività mostrando di aver raggiunto un livello di qualità che rivela impegno, passione, lunghe ore di esercizio.
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Liguria – Se il declino è contagioso
Non si vedono più sul Rondò, la piazza dove s’incontra la gente che conta ad Imperia Oneglia, sono blindati in villa gli Scajola, scorta agli accessi: il ministro e signora sono spariti. Regna il silenzio, non più clamori di feste, fra gli ulivi centenari sulle colline, nel palazzotto ottocentesco, un tempo magione di campagna di uno degli avvocati più illustri del ponente, residenza ufficiale di “sciaboletta”, soprannome del politico datogli dai suoi concittadini. Una casa di campagna che si apriva nella bella stagione di cui, a sentire alcuni onegliesi, ognuno ha un ricordo: le signore, – e che signore democratiche – si riunivano a ricamare insieme alle amiche e alle donne di servizio, i bambini imparavano ad andare in bicicletta, a giocare a nascondino e poi i bei picnic con “sciue cine”, fiori di zucchine ripieni e “piscialandrea”, pizza al pomodoro, cipolle e acciughe salate. Poi la vecchia casa avuta in eredità fu sventrata, soltanto la faccia ta è quella originale e piano piano il politico potente comprava uno dopo l’altro gli appezzamenti intorno, e anche una casa, risistemata soltanto per ospitare gli amici in trasferta. Si completava la tenuta con una nuova strada privata, la piscina e un garage gigantesco, che conserva le auto d’epoca di cui il ministro va pazzo. E pensare che il comune di Diano, la frazione d’Imperia di cui si parla, pare sia di solito assillante fino al centimetro, quando si deve ristrutturare.
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Comunicazione – Non contano solo le parole
Non è facile spiegare il perché del senso di disagio e di irritazione che mi provocano i 30 secondi dello spot radiofonico (*) della campagna di comunicazione governativa che intende “Sensibilizzare le imprese e l’opinione pubblica ad un approccio più sereno e non discriminatorio nei confronti dei malati di cancro, in particolar modo nel contesto lavorativo”. Infatti non c’è nulla – o quasi – da dire sulle parole pronunciate: si tratta semplicemente di informazioni sulla possibilità dei malati oncologici di trasformare temporaneamente il loro rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale. Ma la comunicazione non passa solo attraverso le parole, contano i messaggi non verbali, e in questo è la voce che fa tutto, una voce femminile talmente malinconica da trasmettere una tristezza e un senso dell’ineluttabile che contraddicono alla base l’intenzione dichiarata di incoraggiare e rasserenare le persone colpite da questa malattia.
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Scuola – Il calendario scolastico soccorre gli albergatori
Dunque, in Liguria le scuole apriranno il 20 settembre, una settimana dopo tutte le altre regioni italiane, dove le lezioni del nuovo anno scolastico inizieranno il 13 settembre (la Sardegna il 15). Si può immaginare che il ritardo nell’avvio delle lezioni potrà influenzare le date degli altri periodi di vacanza, ma i giorni complessivi di didattica dovranno essere comunque garantiti e quindi, si dirà, una settimana prima o una settimana dopo che importanza può avere? Questa settimana di vacanze estive in più per le scuole liguri (“record nazionale”, come scrive La Repubblica di sabato 15 maggio) è quindi una questione marginale?
