Categoria: Diritti umani

  • Diritti civili – La Chiesa distratta

    Non c’è dubbio che l’ultima esternazione dell’on. Fini sulle responsabilità della Chiesa di fronte alle leggi razziali del 1938 sia una delle tante pedine strumentali che il parlamentare semina da tempo sul suo percorso allo scopo di procurarsi una credibile cintura di castità. Questa volta ha osato di più: attaccare una istituzione che al suo principale porta consenso. Quello che sorprende però sono le motivazioni della difesa che prontamente ha fatto scudo: la Chiesa ha salvato migliaia di ebrei dando loro ospitalità, facendoli espatriare ecc. Il predecessore di pio XII, Papa Ratti, è stato durissimo col Fascismo ecc. Sono cose che chiunque un po’ al corrente della nostra storia recente conosce, ma devianti rispetto al problema sollevato da Fini.

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  • Genova città dei Diritti?

    Dieci giorni dedicati ai diritti sono stati una iniziativa importante in termini di contenuti e per l’esigenza di richiamare l’attenzione sui sistemi di valori civili trascurati dai molti media e ignorati dai più siano essi cittadini o amministratori.
    Disturba solo l’enfasi di alcuni particolari con cui è stata presentata l’iniziativa quali, ad esempio: “Genova capitale dei diritti umani e civili che converte le sue ferite in progetti di impegno, in identità più alte”.
    “Capitale” è un appellativo abusato che non si vorrebbe più sentire pronunciare. La città si è infatti autoproclamata nel tempo: “Capitale delle Partecipazioni Statali” – “della portualità” – della siderurgia” – del nucleare” – “della elettronica” e via discorrendo. Ma ogni volta un fallimento ha chiuso il breve ciclo di presunta supremazia tra l’indifferenza di chi poteva e nella sofferenza di chi traumaticamente veniva espulso dal ciclo produttivo.
    “Genova città dei diritti”, ma la sentenza recentissima su una parte del G8 ci ha lasciato l’amaro in bocca, confessiamolo! I due filoni su cui la Procura continua a scavare (porto – mensopoli) sembrano confermare che Genova non è molto diversa dalle altre città italiane, anzi.
    Forse potrebbe essere utile a chi ha organizzato il ciclo di incontri ripassare la recente storia della Superba e gli suggeriamo l’interessante aggiornamento: M. Preve – F. Sansa, “Il partito del cemento”, Chiarelettere Editore, Milano luglio 2008.
    (Vittorio Flick)

  • Carcere – Contro l’ergastolo sciopero della fame

    Il “Fine pena: mai” riguarda circa 1300 detenuti rinchiusi nelle carceri italiane condannati all’ergastolo. Quel “mai” che sostituisce la usuale data di scarcerazione assume un tono perentorio, assoluto. Ma in realtà ha comunque un valore incerto, perché il fine pena arriverà certamente, ma non sarà accompagnato dalla scarcerazione: per questo motivo a maggio 2007 un gruppo di detenuti ergastolani scrissero una lettera provocatoria al Presidente della Repubblica per chiedere che la loro pena fosse tramutata in pena di morte, e sostituita con una (amara) certezza. Quel “mai” sta ad indicare anche una rinuncia definitiva e assoluta dello Stato Italiano alla possibilità di rieducazione e reinserimento nella società di un individuo. 800 ergastolani e circa 13.000 persone cominciarono, il primo dicembre 2007, uno sciopero della fame per far crescere l’interesse intorno alla proposta di legge della senatrice Maria Luisa Boccia per l’abolizione dell’ergastolo. Qualche articolo sul giornale, e della proposta non se ne fece nulla.

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  • Servizi sociali – Detenuti in uscita e casse comunali

    In questo periodo in cui ci troviamo un po’ tutti a dover stringere la cinghia, sentir dire che le casse sono vuote è ormai una consuetudine. Ma quando si parla di Comune e di servizi sociali, dietro ad un taglio c’è sempre un servizio che ha difficoltà ad essere erogato. Nel nuovo numero di Area di Servizio-Carcere e territorio, il giornale delle Carceri genovesi, viene presentato il resoconto di un incontro fatto con la redazione presente all’interno del Carcere di Genova Marassi con l’Assessore alle politiche Socio-sanitarie Roberta Papi. I detenuti di Marassi hanno colto l’iniziativa per presentare al Comune una serie di richieste, riguardanti alloggi post-detenzione, borse-lavoro e percorsi di formazione finalizzati all’inserimento lavorativo, consci del difficile stato delle case comunali. Ma il giornale del carcere offre anche una novità, a suo modo positiva: ‘PonteXfiles’: a cura delle donne del Carcere di Genova Pontedecimo, dove si affronta la realtà carceraria con un approccio tutto femminile. Per informazioni: areadiservizio_2008@libero.it.

    (Maria Cecilia Averame)

  • Mostre – “Vignette dal mondo per i diritti umani”

    “Vignette dal mondo per i diritti umani” è il titolo di una mostra itinerante arrivata in questi giorni a Genova. Organizzata dalla sezione ligure dell’Anm e dal Comitato per lo Stato di diritto con il patrocinio della Provincia di Genova. La mostra è nata l’anno scorso da un progetto della Presidenza del Consiglio dei Ministri (dipartimento per le pari opportunità) in occasione del 60° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo.
    L’allestimento genovese, curato dall’architetto Bettina Bixio, presenta bellissime vignette provenienti da celebri autori di diversi paesi. Insieme ai lavori di ben noti vignettisti italiani (Altan, Ellekappa, Gianelli, Staino, Vauro) ci sono quelli di celebri autori di Palestina, Israele, Egitto, Stati Uniti, Algeria, Turchia, Kenya, Iran, Gran Bretagna, Belgio, Giappone, Francia, Nuova Zelanda.
    Inaugurata il 16 ottobre al Teatro della Tosse (Genova, piazza Negri 6/2) resterà aperta tutti i giorni fino al 15 novembre, con orario 15-19 ed ingresso libero.
    Sono previste visite guidate da parte delle scuole (per maggiori informazioni, email: perlostatodidiritto@yahoogroups.com)

  • Genova – La bandiera della pace scatena le proteste




    Una risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha dichiarato il 2 di ottobre, giorno della nascita (nel 1869) di Mahatma Gandhi, la ’Giornata Mondiale della Non-violenza’.

    La giornata è stata celebrata in tutto il mondo e, nel suo piccolo, Genova a voluto essere presente. Così Luca Borzani, presidente della Fondazione per la cultura, ha disposto che sulla Torre Grimaldina di Palazzo Ducale, insieme alla insegna di Genova, fosse anche alzata la bandiera della pace. Secondo l’edizione locale del Giornale, il fatto ha infastidito quella parte di Genova che la considera “un simbolo non condiviso e pertanto non aveva senso che sventolasse sul Ducale” e, quindi, di fronte alle proteste, la bandiera della pace è stata rapidamente rimossa.

    Peccato! Anche se “è drammatico che il mondo di oggi abbia bisogno di una Giornata della Non-violenza. Il resto dell’anno come ci si comporta?” (EF’s Blog).

  • Discriminazioni – Il bello della diretta

    Eccoci ancora al volantino con cui la Lega Nord promuove la raccolta di firme per abrogare la Legge regionale sulla immigrazione. Nessun eco, almeno recente, sulla stampa, molto scarne anche le tracce sulla rete. E’ quindi possibile che la cosa muoia lì. Ma il punto è che questi volantini hanno girato, hanno avuto un loro percorso popolare, hanno fatto “opinione”. Normale dialettica democratica. Ma dove e come si fa contro – opinione allo stesso livello popolare? Chi va a raggiungere le stesse persone per suggerire un pensiero più complesso, più articolato, più responsabile? Con quali mezzi?

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  • Appello – Salvare la Legge Gozzini per tutelare la sicurezza

    Dalle pagine di ‘Ristretti Orizzonti’ (www.ristretti.it), sito di cultura e informazione dal Carcere con una redazione all’interno dell’Istituto Penitenziario ‘Due Palazzi’ di Padova si è levato un appello in favore della Legge Gozzini. Il Governo sta studiando un disegno di legge (Berselli, n, 623) che prevede la drastica riduzione delle misure alternative alla detenzione e di eventuali benefici penitenziari, per rispondere all’ondata di ansia e al crescente allarme sicurezza che dilaga nella cosidetta società civile. Ma limitare l’accesso alle misure alternative servirebbe a garantire più sicurezza all’esterno delle carceri? Sembra proprio di no. Leggendo qualche dato (li potete facilmente trovare sul sito in questione) fra coloro che terminano la propria pena la recidiva si aggira intorno al 69%, mentre fra chi usufruisce di misure alternative scende al 19%. Chi commette un reato godendo della semilibertà rappresenta lo 0,24% della popolazione penitenziaria, ma certamente fa più notizia del restante 99,76%. Per un cittadino comune tenere un criminale in carcere pare l’unica maniera per tutelare la propria sicurezza, ma gli addetti ai lavori ben sanno che uno dei principali motivi di reiterazione del reato è rappresentato proprio dal mancato reinserimento nella società, dalla scarsità di legami dopo anni di carcere, dalle difficoltà nel trovare un lavoro. E la legge Gozzini rappresenta un tentativo di risposta per queste difficoltà, nonché uno dei pochi passi fatti nella direzione di dare alla pena anche il valore riabilitativo e rieducativo che la Costituzione le attribuisce.
    (Maria Cecilia Averame)

  • Cronaca – Non sono razzista ma…

    “Hai capito? Nazista a me? Io sono nato il primo maggio.” Così l’autore del raid razzista contro il negozio di immigrati nel quartiere Pigneto di Roma, al giornalista di Repubblica, mostrando l’avambraccio con un tatuaggio di Che Guevara.
    Ma il razzismo non è di destra ne di sinistra. Le vittime del razzismo non trovano differenza tra l’aggressione che subiscono da un fascista o da un comunista. La violenza razzista fisica o verbale di un post fascista o di un post comunista per loro è uguale. Forse la sinistra è più attrezzata, sicuramente il vecchio PCI delle lotte partigiane, a proteggersi da un solo certo tipo di razzismo quello dei nazifascisti contro gli ebrei e quello vecchio tradizionale che discrimina le persone per il colore nero della loro pelle. Ma nessuno è immune dal razzismo, non c’è un vaccino, credo ci voglia molta attenzione e quotidiana lotta interiore contro la parte negativa di noi stessi.

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  • Area di servizio – Il Servizio sanitario e il carcere

    E’ uscito un nuovo numero del giornale edito all’interno del Carcere di Genova Marassi “Area di Servizio-Carcere e territorio”. Il tema affrontato parte dalla sanità: a seguito del passaggio della medicina penitenziaria al Servizio Sanitario Nazionale, e quindi alle singole Regioni, i detenuti della redazione cercano di fare il punto su carenze e punti di forza dei servizi sanitari offerti, cercando di capire se sia veramente possibile una “uguaglianza di trattamento”, richiamata dalla stessa Costituzione, per il cittadino libero e il recluso, e confrontandosi con la Regione Liguria su come verrà affrontato questo passaggio. I detenuti della redazione inoltre, stanchi di apparire sui giornali in occasione della solita rivolta o del ciclico allarme “sovraffollamento” stanno poi cercando di instaurare un dialogo con i propri lettori e con i cittadini genovesi interessati, attraverso un reciproco scambio di domande e risposte: può essere una buona occasione per capire un po’ meglio come funzioni la vita dentro le mura di un carcere, e porre liberamente le proprie domande. Chi fosse interessato a riceverne una copia può richiederla alla mail: areadiservizio_2008@libero.it
    (Maria Cecilia Averrame)