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  • Cartoline – Quant’è bella sicurezza che si fugge tuttavia

    Nei giorni scorsi mi hanno invitato a un dibattito sulla sicurezza. A Milano, la città della Mestizia. Sì, non mi riesce di associare il nome gioioso del sindaco attuale ai luoghi che quel tipo di amministrazione ha contribuito a rendere poco vivibili. Non ci riesco, se non altro per solidarietà con quegli scooteristi che si sono fatti male scivolando sulla cera depositata lungo le strade del centro cittadino dai manifestanti con cero, convocati per l’appunto dalla Moratti proprio sul tema della sicurezza. Un bell’esempio di faccia tosta, dal momento che la destra amministra Milano dalla notte dei tempi (prima la Lega, poi l’Albertini in costume da bagno, poi, da ultima, la Mestizia).

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  • Caso Telecom – Corre anche la libertà sul filo del telefono

    A differenza della famosa frase del cardinal Siri, “homo sine pecunia est imago mortis”, l’homo politicus è vivo indipendentemente dalle sue condizioni economiche. Nonostante tutto, sopravvive una specie socio-umana con bisogni materiali misurati, che non soffre per la mancanza di yacht, ville al mare e nemmeno del suv, ma è esigente al massimo invece sul piano dei principi, dei diritti di civiltà, di uguaglianza. Viene il dubbio che questa categoria di persone (maggioranza, minoranza?) sia poco considerata, visti gli sviluppi del caso Telecom.

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  • Quale Liguria/1 – Dal sacrificio della costa, affari, non lavoro

    Sole 24 Ore, 31 marzo 2007. “Casa e Case. Abitare Comprare Vivere Investire nel mattone. Diporto e mattone. Porti turistici, un tesoro per le marine”. Cifre alla mano: la realizzazioni di porti turistici ha “giovato allo sviluppo della zona e alle quotazioni delle case circostanti”. Uno studio recente ha dimostrato che nel giro di una anno – tra 2005 e 2006 – l’incremento è stato del 15%. Tra i casi citati anche alcuni dell’Imperiese. Compare anche una scheda dalla quale risulta che, in fatto di posti barca, la Liguria è in Italia seconda sola alla Sardegna.

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  • Quale Liguria/2 – Il partito del cemento mai così trasversale

    Certo di tutto si può discutere però questa sembra proprio la Liguria che piace a Berneschi: seconde case per le regioni del Nord, porti turistici e autostrade. La stessa Liguria di Scajola che infatti ha messo a capo della Camera di Commercio della sua Imperia tale Beatrice Cozzi, “giovane imprenditrice”, rampantissima e impegnata nei porticcioli di Ventimiglia, Bordighera e altri luoghi miliardari. C’era la sua apologia su Liguria Business Journal di dicembre 2005.

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  • Riflessioni – Il diritto alla mediocrità spetta anche alle donne

    Le donne si muovono. Fanno cose, vedono gente, si candidano, studiano liste, lavorano e ritagliano quadretti patchwork – la loro giornata è davvero una coperta di patchwork – per andare a seminari dove si parla di loro “da donna a donna” in una corsa veloce dalla professione alla casa, dai figli alla spesa, dalla spesa al compagno. No. Non sono le donne di cui dovrebbe interessarsi la politica – loro molto più stremate delle prime non hanno né tempo, né orari per dibattiti e quant’altro, stanno alla prima tacca della piramide di Maslow – ma sono quelle che a Genova la politica la annusano, la ascoltano, ne percepiscono vuoti e pieni, investendo energie, tempo, relazioni. Eleganti, sportive, aperte o timide si possono incontrare ai seminari rivolti al pubblico di corsi specifici. Sorridono franche alle amiche, talvolta parlano tra loro anche durante l’intervento di un relatore, alcune sprigionano la femminilità del terzo millennio con accessori incl usi – tacchi, borse, vestiti – che donano loro il valore aggiunto, la marcia in più, quel “intelligente e bella” rivendicato oggi con ostinazione. Non sono fotocopie l’una dell’altra – le astanti-attrici di questi seminari – ma certo hanno un fluido che le accomuna, come un sigillo di setta a metà strada tra il voltarsi indietro: “il passato di mia madre negli anni settanta è la mia più preziosa eredità” e il contestualizzare: “dobbiamo riconoscere il presente: oggi non è più come allora. Ci dobbiamo smarcare da certe logiche femministe.”

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  • Pubblicità – Dopo lo stupro il malore che fa venir da ridere

    Sono mesi e mesi che mi guarda, a giorni alterni, dal paginone di un giornale, con espressione muta ma loquace, carica di interna sofferenza: quasi un invito a intervenire, far qualcosa per lei, non so, porgerle una mano, un sostegno, forse chiamarle un medico che più di noi inetti sappia aiutarla, somministrandole un calmante, facendole un’iniezione. Non si può restare indifferenti ancora a lungo, di fronte all’immagine dolorante della brunona che, con un messaggio non si sa quanto funzionale allo scopo, reclamizza le pellicce in vendita presso una ditta di Andora. Più ancora che la siluette della ragazzona e la linea del morbido “capo” che indossa, colpisce la sua posizione corporale: piegata su un fianco, il viso una smorfia, gli occhi socchiusi, le mani premute contro l’addome, come per comprimere il dolore di un’improvvisa colica, chissà, che l’ha colpita a tradimento, si direbbe, se la posa non fosse a lungo studiata e preparata.

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  • Film – “I cento chiodi” di Olmi e “Le vite degli altri”

    Può non piacere il Cristo professore universitario de “I cento chiodi”. Parla troppo lentamente, è troppo bello, ha uno sguardo incantato e severo ed è talmente fuori della realtà, insieme alla piccola comunità del Po che gli gravita attorno, da lasciare un senso di frustrazione, di fastidio. “Non c’è nemmeno una televisione in quel film! Ma vi immaginate un’Italia senza televisione oggi? No questo film di Olmi – ma davvero è il suo ultimo film? – non mi piace, non è vero!”, ha commentato qualcuno all’uscita del cinema. Però, aspettando, le inquadrature torneranno in mente nei giorni successivi, insieme ai cento chiodi piantati sui cento libri antichi, custodi di saggezza e verità cristiana, con la polizia scientifica che, china su di essi, rileva le prove di un omicidio culturale le cui ragioni sono talmente evidenti da sembrare scontate. Aspettando, verrà in mente l’assassino professore e Cristo al tempo stesso e il suo legame con la comunità fluvi ale che, come moltissime comunità oggi, è costretta a difendersi dallo scempio ambientale di costruttori di porticcioli e villaggi turistici. E i colori, le danze, le facce che hanno una leggerezza meravigliosa. Se c’è inganno nel film si tratta dell’inganno delle favole, dove i buoni sono buoni, i cattivi, cattivi, e, in un mondo magico, anche il paesaggio è perfetto.

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