La chiesa di San Siro era stracolma di gente venuta a salutare Don Balletto. Ma in questo ultimo giorno, per la prima volta, Don Balletto era lontano. La morte l’ha interamente riconsegnato alla Chiesa. Decine di sacerdoti vestiti con i paramenti sacri gli tributano un onore, ma insieme lo separano dalle centinaia e centinaia di persone che hanno parlato con lui in questi anni, come amici.
La presenza di Don Gallo seduto su una panca, in borghese, accentua questa distanza. Ad officiare è venuto il cardinale. La guardia del corpo, con la pistola che gli rigonfia la giacca, guarda in continuazione in giro, nervosa, sospettosa del popolo che affolla la chiesa. La distanza è veramente troppo grande.
(Paola Pierantoni)
Categoria: Cultura
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Addio Don Balletto separato in chiesa
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Mind the gap – Tra consumo e consumo
Ai mercati dei civ (comitato integrato di via) passa parecchia gente. Se la giornata è tersa ed il vento non imperversa troppo, si srotola un carosello di occhi, sguardi, voci “Mi dia una fetta di quella toma, ma la faccia sottile sottile, mi raccomando”. Un signore anziano, abito scuro e occhio glauco, scruta i bagliori verdastri dell’olio extravergine da profumatissime olive liguri ponentine, nelle bottiglie schierate sul banco come una prima linea in battaglia “Eh, si che mi piacerebbe quell’olio, altro che discount, ma chi ce la fa, a comprare”. Una donna, esile come un giunco, aspetta la bonaccia della pausa pranzo per visitare la parata dei banchetti e chiedere, con un filo di voce, che le regalino qualcosa da mangiare. E via via, tra bisogni elementari, ninnoli collanine e cotillons.
In cima alla via campeggia un grande cartello, grafica seventy, sfondo nero, esplosioni di colori acidi ed oggetti di qualunque tipo, una specie di paradiso del consumo, alletta il passante con tono entusiasta “Questo è shopping”, per promuovere una gita a New York City; altri fanno eco poco distante “Questo è mangiare”, “Questo è divertimento”, oh, yeah, in NYC, not Sampierdarena.
L’unico ad interessarsi al messaggio, nel via vai, un botolo in vena di segnalazioni territoriali.
(Eleana Marullo) -
Moschea – Non scoraggiare l’islam pacifico
Su OLI 160 Paola Pierantoni parlava della frustrazione di migliaia di islamici costretti a praticare i propri riti in condizioni avvilenti mentre l’edificazione della moschea viene sempre rinviata, mettendo in difficoltà proprio coloro che tentano di diffondere nella propria comunità la volontà di una convivenza armoniosa con la città ospitante. Condivido questa opinione.
Sono convinto che non ci sia una religione superiore all’altra. Tutte le religioni hanno in uguale misura degli aspetti positivi e degli altri negativi. Conosco abbastanza bene le tre religioni monoteiste. Sono musulmano d’origine, sono nato in Palestina, a trenta chilometri da Betlemme, dove è nato Gesù e dove si sviluppò la religione ebraica. -
Cultura – Non c’è solamente la pittura del ‘600
E’ probabile che al Lavoro si aspettassero di più dalla provocazione di Paolo Lingua su Repubblica del 13 gennaio ’08. “A Genova la cultura va a morire”.
Malgrado le produzioni culturali degli ultimi anni, ha scritto Lingua, Genova resta lontana dalle ambizioni del futuro spesso evocato: città tecnologica, Politecnico, Terzo valico ecc. Abbarbicata da sempre al medesimo progetto cucinato in tutte le salse: la pittura e l’arte a Genova tra la fine del XVI e il XVIII secolo. Cari genovesi, cari amministratori e specialmente cara sindaco, ha chiesto Lingua, perché non vi date una smossa? -
Costume – Dal body painting al tanga e al velo
Un amico straniero, architetto, è recentemente venuto in Italia per partecipare al “MADE Expo – Milano Architettura Design Edilizia”, una esposizione che si è svolta a Milano tra il 5 e il 9 febbraio e che ha attirato moltissimi visitatori da tutto il mondo. Quel che racconta, però, attiene più alla sociologia e alla cultura che alla edilizia e all’architettura. In ogni stand – dice – ci sono come di consueto graziose ragazze che “fanno figura”. Ma la novità che lo ha colpito è stata lo stile – abbigliamento e modo di porsi – che si è fatto sessualmente molto esplicito ed aggressivo.
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Laicità – La rivoluzione biomedica e i passetti della politica
“Libertà e giustizia” ha organizzato a Genova il 30 gennaio un incontro su “Bioetica e convivenza civile”. Il dibattito fa parte di una serie che avrà come tema la laicità.
Si tratta di una scelta coraggiosa in questi tempi in cui la laicità viene accompagnata da aggettivi quali radicale, estrema, cieca, con l’obbiettivo di spogliarla della sua stessa natura, relegandola in un ambito dove non può far danno. Se fosse il personaggio di una favola farebbe la fine della strega cattiva e la storia ci ha insegnato che fine – nella realtà – facevano le streghe.
La sala è abbastanza piena. Il pubblico, decisamente over quaranta, conosce Libertà e Giustizia, ne ha condiviso le battaglie, prima fra tutte quella in difesa della costituzione italiana.
All’incontro Maurizio Mori dell’università di Torino, Franco Henriquet dell’Associazione Gigi Ghiotti e la giornalista Silvia Neonato. -
Libri – L’istruttiva istoria del “Male di pietre”
Per chi è in cerca di buone notizie, eccone una: “Male di pietre” di Milena Agus (ed. Nottetempo euro 12) è stato eletto libro dell’anno 2007 dagli ascoltatori di Fahrenheit. Questo vuol dire due cose: in Italia ci sono molte persone che leggono libri bellissimi e che sanno dar voce al piacere della lettura.
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Nazionalpopulismo – L’aspirante guru, gli zombi e i topi
Passa per la testa più fine del suo pollaio: la parte di guru che Giuliano Ferrara svolge per i Cavaliere, Marcello Veneziani mira a interpretarla per la destra parafascista; quella del creativo che traccia il solco, dell’intellettuale da convention e talk-show per dimostrare che anche sotto l’antico fez battono i cervelli. Tanto che perfino Santoro non esita a invitarlo nell’arena di “Anno Zero”, forse contando di ricevere dall’altra sponda un contributo di originalità critica e beccandosi puntualmente solo calci negli stinchi. Il meglio di sé però Veneziani lo riserva a Libero, il quotidiano che a dispetto dell’altisonante testata aveva come vicedirettore e ora come articolista principe un certo Betulla, nome in codice del giornalista che spiava i magistrati per conto del Sid deviato.
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Il libro – Egoismi pubblici altruismi privati
¿Por qué se vuelven odiosos los viejos? Están demasiado satisfechos y no ceden su lugar. (Adolfo Bioy Casares, “Diario de la guerra del cerdo”, 1969)
Nel “Diario della guerra al maiale” Bioy Casares racconta di una Buenos Aires sconvolta da una crudele guerra contro i vecchi. A termini rovesciati, Tito Boeri e Vincenzo Galasso, esperti di economia e di mercato del lavoro, raccontano di un’altra guerra, incruenta, dalla quale le nuove generazioni escono con meno prospettive di quelle che avevano le generazioni precedenti. Lo fanno in “Contro i giovani. Come l’Italia sta tradendo le nuove generazioni” (Mondadori 2007, euro 15,00) descrivendo all’inizio le storie di vita di alcuni giovani di generazioni diverse.
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Quaderni.net – Il Museo degli operai a Genova c’è (o quasi)
Tutti sanno del 2004 e di Genova – in quell’anno – “capitale della cultura”. Più difficile che qualcuno ricordi il gruppo di operai e tecnici che – scherzosamente ma non troppo – aveva deciso di progettare un “museo degli operai” da affiancare alle altre manifestazioni in corso in città (OLI n.109).
Ne avevano discusso – nel 2004 – durante una decina di incontri, tra una portata e l’altra, nell’atmosfera conviviale di altrettante trattorie poste attorno alla città. Dieci incontri di cui – su richiesta dei compagni di tavola e di progetto – Manlio Calegari ha steso una sorta di verbale. Si intitola “Il museo degli operai” ed è il resoconto di una lunga, appassionata discussione dove la ricerca delle “cose” da mettere nel museo, si intreccia con le rispettive storie personali. Sullo sfondo, ma non troppo, la congiuntura economica e politica del dopoguerra. Chi vuole saperne di più lo trova sulla rete quaderni.net (http://www.quaderni.net/WebMuseo/MuseoIndex.htm)