Categoria: Cultura

  • Genova – La città riconoscente dedica a Renzo Piano

    La foto qui sotto ci è stata spedita da Alice Watkins, giovane architetto canadese, in giro per il mondo per documentarsi sulle opere di Renzo Piano.
    “Chi ha deciso e chi è l’autore – chiede Alice – dei due edifici sovrapposti all’ingresso della tensostruttura del Porto Antico, una delle meraviglie del hi-tech applicato all’architettura moderna?” E conclude: “Forse Mr. Piano non ha protestato ma i genovesi non hanno niente da dire?”


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  • Festival Scienza – Dibattito sull’Università senza professori

    Venerdì 3 novembre 2006. La sala è quella della sconsacrata chiesa di San Salvatore di Piazza Sarzano, oggi diventata aula polivalente della facoltà di Architettura. Più di 300 posti a sedere di cui meno di una ventina risultano occupati.

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  • Festival della scienza – Soffia l’intelligenza ma il TGR non lo sa

    In questi giorni la città è attraversata dal Festival della Scienza. Girando per i vari appuntamenti quello che più mi colpisce è la partecipazione alle conferenze: ovunque si vada, per complesso che sia il tema trattato, mi ritrovo in compagnia di centinaia di persone. Sale piene. Tutte le età rappresentate. Mi pare un bello squarcio sui desideri e sugli interessi che albergano nei segreti cuori genovesi, e una bella prospettiva su ciò che la nostra città può saper offrire: in questo caso non solo eventi divertenti, curiosi, spettacolari, ma moltissime ed articolate occasioni di pensiero e di cultura, che vengono raccolte a piene mani.

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  • Incontri – L’antisemitismo del quarto tipo

    Duole – si fa per dire… – scriverlo, ma gli interventi di Pietro Citati lasciano spesso un inconfondibile retrogusto di cartolina illustrata, al punto che, letti, si sarebbe tentati di sondarne il rovescio, in cerca dell’immagine che invariabilmente li accompagna. Passi per Goethe e Kafka trasformati in portatori sani delle stimmate aneddotiche del genio; l’affare si complica quando, su Repubblica del 28 agosto, il nostro si lancia nella genealogia breve dell’antisemitismo. Qui il problema è tale, che dritto e rovescio si confondono in una logica implacabile e cristallina di cui il Citati surrettiziamente si aureola.

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  • Cinema – Ma storia e politica non sono un giallo

    Tutto comincia sott’acqua con una soggettiva lenta che smuove limo e vegetazione palustre: no non siamo più nel varietà che annuncia le deglutizioni laboriose dell’ultimo anaconda di servizio, ma all’inizio di Arrivederci amore ciao, il cui regista Michele Soavi, non dimentichiamolo, è stato a bottega dall’artigiano dell’emoglobina casereccia Dario Argento. Ma perché cominciare nella giungla tropicale un film destinato, se non a scoperchiare, almeno ad aprire uno spiraglio “anacondizzato” sugli ineffabili anni settanta in Italia?

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  • Cultura – Il pranzo della marmotta e il museo degli operai

    E’ per pura coincidenza che il progetto del “Museo degli operai” presentato martedì 4 luglio nella trattoria dei Tegli, oltre i Giovi, presenti una quarantina di persone, abbia coinciso con l’amarcord di Cornigliano (Repubblica, 5 luglio 2006, “Cipputi torna a casa. La fabbrica diventa teatro. Centra il bersaglio lo spettacolo di Altan e Gallione con la Compagnia dell’Archivolto”). Il nostro, dice uno degli organizzatori del “Museo”, è il risultato di un gioco. E’ cominciato il giorno della “marmotta”.

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  • Nuove tecnologie – Per la cultura europea una gabbia digitale

    “i2010″(http://europa.eu.int/information_society/eeurope/i2010/index_en.htm): nome in codice per una società europea dell’informazione per la crescita e l’occupazione. Il Consiglio Europeo ha delineato il quadro strategico per il futuro prossimo e, se l’informazione è alla base dell’opinione pubblica e genera tendenze culturali, allora sì, c’è da preoccuparsi. Nel documento ufficiale emesso lo scorso giugno, i primi obiettivi sono crescita e l’occupazione, ottenibili mediante lo sviluppo delle tecnologie di informazione e comunicazioni (TIC).

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  • Cultura – Malagestione: non solo sanità

    Nonostante sia stata – pur dimezzata con Lille – “capitale della cultura”, Genova fatica a capire cosa significhi fare una politica culturale a sostegno anche del turismo. Servirebbe forse un viaggio a Napoli, città oppressa da gravissimi problemi di ordine pubblico e di igiene ambientale, ma attenta all’apporto che la cultura può dare “all’indotto” e pronta a coniugare il suo passato artistico al presente.

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  • Teatro – Elettro-shock emotivo quanto salutare

    Dopo i successi all’estero (Francia, Israele, Palestina) torna a Genova la compagnia di Pippo Delbono tra l’indifferenza dei più, l’entusiasmo di pochi, e poche righe di critica sui giornali,
    “L’Urlo” spettacolo “delirante” di luci, suoni, musiche, canzoni… grida gutturali che talora si possono trasformare in urla di sofferenza di uomini rinchiusi, alienati, persi nel loro dolore e nella loro solitudine.

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  • Mostra/1 – I quadri e gli uomini di tempi moderni

    Sembrava quasi un’ultima cena la presentazione alla stampa della mostra “Tempo Moderno” il 13 aprile a Palazzo Ducale. Al centro Burlando, affiancato ai lati da Borzani, Castellano, Repetto, in uno sfumare lento su Giacobbe, CGIL, e altri, sino a De Biasi, dirigente dell’Ilva. Un’ultima cena dove il pane spezzato è la mostra, offerta ai presenti con sintesi veloci a seconda di chi, costretto a prendere la parola, due cose le deve pur dire su ciò che verrà mostrato.

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