Categoria: Città

  • Passato e futuro – Come fare mercato a spese del verde

    Il futuro, il nuovo mercato all’ingrosso di Genova, si può vedere all’uscita del casello autostradale di Bolzaneto. Travi metalliche tese verso il cielo della modernità; attorno il deserto, terra smossa accatastata, nessun mezzo al lavoro. “C’è ancora qualche problema”, dicono i bene informati. E chi non ne ha. E quale la data fissata? La primavera, forse… comunque prima dell’estate. Il problema? Non si dice ma si sussurra che sia una questione di frigoriferi… Beh, sì; sono frigoriferi grandi…

    (altro…)

  • Porto – Ma rispettare le regole fa male all’immagine

    “L’idea forte di Messina per sbloccare la banchina”: la rima è del titolo di Repubblica del 24 novembre 2007. L’intervista “a uno dei più importanti esponenti del settore armatoriale-terminalistico, alla vigilia del rinnovo della carica di presidente dell’Authority”portuale, segue quella a Novi (8 novembre), attuale responsabile, e a Batini (10 novembre), console dei camalli. Tutte, con altre che pare seguiranno, si propongono di chiarire al lettore, oltre ai compiti che attendono la futura autorità portuale, il senso delle candidature lanciate in questi giorni. L’ultima – Paolo Costa, presidente della Commissione trasporti europarlamento, docente universitario e rettore dell’Università di Venezia, ministro dei lavori Pubblici con Prodi dal ’96 al ’98 – viene dalla sindaco Vincenzi. Lui, Costa, non si è tirato indietro. “Se la sfida è quella di trasformare la centralità geografica del Mediterraneo in centralità economica – ha detto – partecipar e a questa sfida guidando il più grande porto italiano sarebbe per me un onore degno anche di qualche sacrificio personale”. Il linguaggio è un po’ d’altri tempi ma a suo favore c’è che è un politico di lungo corso, vicino a Prodi e “esterno” alle beghe genovesi (Repubblica 23 novembre 2007).

    (altro…)

  • Corteo – Se a prendersi la città sono le parole

    La “sinistra antagonista, massimalista e radicale” si è presa Genova per tutta la giornata di sabato 17 novembre. Ha iniziato al mattino con una manifestazione di studenti. Praticamente un piccolo gruppo di puffi rumoroso che, per le strade del centro, chiedeva una scuola migliore. Ed ha continuato il pomeriggio, la “sinistra anarco-insurrezionalista”, appropriandosi di una fetta della strada a mare e della piazza principale della città.
    In corteo si potevano riconoscere le menti più lucide del movimento estremista come funzionari di enti pubblici, sindacalisti, direttori di scuola, pensionati, dirigenti di società private, impiegati, operai, insegnanti, precari, avvocati, nonni, bambini, ed una quantità immensa di giovani – capelli rasta, bandiere della pace e dei pirati – provenienti da tutta Italia. A capeggiarli un prete.
    Genova era bellissima. Tersa. Luminosa. Fredda. Alle finestre di via Gramsci le comunità dei molti paesi lontani che la abitano da anni. Salendo verso Carignano ancora finestre e facce, balconi e corpi ad assistere impauriti ad una manifestazione di pace che la città doveva a se stessa dal G8 e per dare a parole come verità e giustizia il senso che spetta loro. Ecco, le parole erano chiare negli occhi di ognuno e strette senza distinguo. Trasparenti. Perfette.
    Sei anni che le parole tornano in piazza per rivendicare se stesse e fanno paura. Sabato nessuno le ha attaccate.
    (Giulia Parodi)

  • Sicurezza – Vincenzi alla prova dei vigili urbani

    Prendete il Secolo XIX. A settembre 2007 gli articoli dedicati alla sicurezza erano il doppio di quelli di agosto. E a ottobre? Il doppio di settembre. Domanda facile: quanti saranno a novembre? Domanda difficile: quale relazione tra campagna giornalistica e “fatti”? A far riferimento ai normali indicatori – quelli forniti da questura, prefettura, procura ecc. – la situazione sembrerebbe stazionaria, non troppo diversa dal solito. Sarebbe invece cambiata la loro “percezione”: come la paura che non ti fa uscire di casa, o ti spinge a cambiare zona di residenza o ad avere comportamenti aggressivi. Se la “percezione” del pericolo cresce, lo spazio per ragionare si restringe, molto.

    (altro…)

  • Medaglie al merito – No parking, sì parchi

    Un po’ di riconoscenza – almeno fino a prova contraria – Genova civile la deve alla giunta Vincenzi che ha accettato di riaprire la pratica dell’Acquasola. “Siamo contro i parcheggi a scorrimento -ha detto il sindaco- perché non alleggeriscono ma aumentano il traffico in città. Per questo siamo disponibili a bloccare il Park dell’Acquasola”. Riaprire una pratica già decisa dalla mitica giunta Pericu non è cosa da poco. Buona parte dell’apparato politico e amministrativo che a suo tempo sostenne la decisione è ancora lì e ben piantato.

    (altro…)

  • Sicurezza – L’allarme baby gang diventa routine?

    Epicentro di un nuovo “allarme sicurezza”, Sampierdarena si conquista giornalmente un posto nella stampa cittadina. “Rapinano un pensionato, rischiano il linciaggio” (Repubblica- Lavoro 7 ottobre 2007); “Sicurezza, più vigili in strada e tolleranza zero con i locali” (Secolo XIX, 10 ottobre); “Sampierdarena un altro scippatore preso dai cittadini” (Secolo XIX, 11 ottobre); una serie di furti, seguiti dalla reazione della popolazione, hanno occupato pagine di cronaca, mentre è titolato “Le metropoli stanno meglio, ma occhio alle baby gang” il commento di un criminologo alle difficoltà di inserimento degli adolescenti stranieri.
    Il nuovo “allarme sicurezza” sigla il ritorno di una terminologia provvisoriamente dismessa, parole come “baby gang” e “latinos”. Vale la pena scorrere la cronaca degli ultimi anni, per rilevarne le oscillazioni.

    (altro…)

  • Miopi rinvii – Una moschea per pregare lontano dalla monnezza

    “Siamo stati sfrattati dall’unico luogo della provincia di Genova dove potevamo praticare la nostra religione, svolgere attività sociali, culturali, educative. Una moschea (centro culturale islamico) è un fatto di civiltà… La libertà religiosa è un diritto costituzionale”. Così diceva un volantino del lontano 1999, firmato Centro Islamico culturale di Genova.
    La fotografia (cliccare qui), presa nel Giugno 2005, ritrae la vita ordinaria di uno dei centri di preghiera islamici (quello di vico dei Fregoso, accanto ai mezzi dell’Amiu), sorti informalmente qua e là nella città dopo la cancellazione della moschea di via Bologna.

    (altro…)

  • Sicurezza – Un’informazione da far paura

    “Sebbene per il momento in città io non veda emergenze vere sulle problematiche legate agli extracomunitari perché siamo sul fisiologico, sento una percezione di insicurezza che non va trascurata” (questore Salvatore Presenti, Repubblica-Lavoro, 27 luglio). Passata l’estate, dopo una riunione del “Comitato Provinciale per l’ordine e la sicurezza”, Marco Preve registra le dichiarazioni del prefetto Giuseppe Romano (“L’andamento della criminalità a Genova è in decisa flessione. E questo vale per tutti reati tranne uno: i furti”). Preve osserva che “nonostante nella graduatoria dei reati sia in posizione medio basse, Genova vive periodicamente delle emergenze, più sociali che criminali” e si chiede il perché della continua mobilitazione e di “tavoli” e “patti” per la sicurezza. Perché, dice Marta Vincenzi, “in alcuni quartieri la vivibilità è drasticamente peggiorata e crescono il disagio e il senso di insicurezza dei cittadini” (Repubblica, 11 ottobre).

    (altro…)

  • Carige – La scalata di Venezia interessa Genova?

    C’entra la Carige, la banca più importante della città, con i governi di Comune, Provincia e Regione? Perché un rapporto c’è: Carige è una cassa di risparmio e la legge prevede che il suo compito di indirizzo sia -detto in soldoni- quello di trasferire alla comunità, tramite la Fondazione omonima che possiede circa il 44% delle azioni della banca, le rendite provenienti da una così cospicua immobilizzazione. Per questo nella Fondazione, nei Consigli di amministrazione e di indirizzo che la dirigono, siedono rappresentanti indicati dagli enti locali.
    E questi rappresentanti della politica cosa pensano di come la Fondazione, la cassaforte della città, spende i suoi soldi? Non lo sappiamo.

    (altro…)

  • Sindaci-sceriffi – Inutile ma auspicata la tolleranza zero

    “Sono convinta che la lotta alla criminalità o alla microcriminalità si combatta non affidando poteri più ampi ai sindaci con la tolleranza zero di Rudolph Giuliani (che non mi pare abbia sortito grandi risultati)” (Marta Vincenzi, Corriere Mercantile, 5 settembre). Aggiungiamo un paio di considerazioni:

    1) La tolleranza zero di R. Giuliani non è mai esistita. Come dimostra Alexander Stille su Repubblica (16 settembre) non è che un mito metropolitano: il calo significativo dei reati a New York negli anni Novanta non può essere ricondotto né a lui né alla tesi della “tolleranza zero”. Il fenomeno aveva una portata ben più generale perché, nello stesso periodo, in tutti gli Stati Uniti, si registrava un calo simile. Stille osserva che lo stesso Giuliani non ha mai usato l’espressione “tolleranza zero” e riporta una dichiarazione di Giorgio Kelling (un criminologo considerato uno dei padri delle strategie newyorkesi contro il crimine): “Tolleranza zero, vale a dire pugno di ferro per tutti i reati minori ovunque, implica fanatismo. E noi siamo sempre stati convinti che una valida gestione dell´ordine pubblico implica prudenza, senno, e capacità di valutare il contesto”.

    (altro…)