Categoria: 217

  • VERSANTE LIGURE



    PREDE RATIONEM

    Sospetti criminali

    di non padane bande

    clochard troppo stanziali

    persone poco linde

    passanti e anche cinghiali:

    vari trofei per ronde.



  • Sicurezza – Ronde domestiche per le donne?

    Si definisce come femminicidio “ogni pratica sociale violenta fisicamente o psicologicamente, che attenta all’integrità, allo sviluppo psicofisico, alla salute, alla libertà o alla vita delle donne, col fine di annientarne l’identità attraverso l’assoggettamento fisico o psicologico, fino alla sottomissione o alla morte della vittima nei casi peggiori”
    La Casa delle donne ha pubblicato a novembre 2008 un documento dal titolo eloquente: “La mattanza. Femminicidio: ricerca sulla stampa italiana nell’anno 2007” (*). Sono stati esaminati tutti i 126 casi di omicidio di donne, dagli undici anni in su, compiuti per motivi misogini o sessisti dal gennaio 2007 al gennaio 2008.

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  • Università – Affari immobiliari sospetti

    Se volete mettere mano al tetto di casa vostra lasciate perdere l’azienda estrattiva “Cave di Yarm”. Il loro sito – raggiungibile dalla rete – è muto, non interessato a possibili clienti. E’ perché la società, dal 2004, ha chiuso bottega e le sue quote sono state trasferite ad una società anonima svizzera la Configeim che al momento è in liquidazione. Insomma Yarm è sparita ma anche prima di volatilizzarsi se ne sapeva poco e niente salvo che si occupava solo di affari importanti e quindi riservati, molto riservati. Come ha scritto Repubblica l’11 febbraio scorso: “Affari sospetti, bufera sull’Università”. La bufera abbattutasi sull’Università dipende dal fatto che nel 2001 l’Università ha comprato dalla Yarm non sabbia o tegole ma un intero palazzo, il prestigioso edificio di corso Andrea Podestà, ex sede dell’Eridania divenuto in seguito all’acquisto sede della facoltà universitaria di “Scienze della comunicazione”.

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  • Infortuni – Se i rumeni diventano una notizia di nicchia

    È un fatto: se si scorre la stampa locale di questi ultimi mesi la parola romeno o rumeno ricorre molte volte nei titoli e nei testi degli articoli, associata a: razzismo, stupri, mendicanti, baraccopoli, criminali, clonazione di bancomat, xenofobia… con la debita eccezione di “elezioni europee” (i rumeni infatti potranno votare come noi: sono europei).
    Ma per sentire parlare di rumeni, lavoro e infortuni bisogna andarsi a leggere “Metropoli” del 7 dicembre 2008, il supplemento domenicale di Repubblica dedicato alla immigrazione. Una notizia di nicchia, evidentemente, affidata ad un foglio che è difficile vedere esposto nelle edicole.

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  • Centro Storico – I castelli di sabbia della Maddalena

    Nella rosticceria in via della Maddalena le persone fanno la fila come sempre, in attesa del turno, ma un cliente dice “che malinconia ormai a venire da queste parti! Tutti i negozi sono chiusi!”.
    La malinconia è pericolosamente contagiosa, la gente non passa volentieri per una strada in cui si incontrano quasi solo serrande abbassate, e il suo non andare ne farà abbassare delle altre. Le ho contate, le serrande chiuse: sono 74; quelle aperte 54. Ovviamente ad ogni negozio o ex negozio possono corrispondere più serrande, ma il rapporto è quello: sono chiusi quasi il 60% degli spazi commerciali disponibili, e tra i pochi esercizi aperti si contano ben sei call centers.

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  • Boccadasse – Confronto pubblico sempre più difficile

    – Ridateci i bus -, questo il coro che ad un certo punto risuona nell’Auditorium del Conservatorio Paganini, il giorno della presentazione del progetto dell’Autorimessa di Boccadasse, lunedì 2 marzo alla presenza del sindaco MartaVincenzi. Parole imbarazzanti anche per un architetto scafato come Botta, abituato a discutere da Baden a Shangai: vacilla un po’ l’archistar e si dice pronto a rivedere i suoi disegni, senza alterarne la cifra s’intende, ma disponibile alla discussione per migliorare il suo lavoro. L’Assemblea si scioglie; lampi della stampa, riprese, interviste, prima e dopo il dibattito. Ed è un peccato, si è persa un’occasione per discutere l’idea di città che la Sindaco vorrebbe con il suo Urban Lab, lei che sottolinea nell’introduzione come l’area dismessa sia un’ eredità, ma comunque un’opportunità per rivedere concezioni che altrove già si fanno strada: non più un’estensione dell’abitato con alti costi sociali, dalle reti fognarie alle strade, ai servizi. Un ritorno all’interno invece, un recupero del costruito, già attrezzato. Così come l’idea della “corte” aperta dello scapigliato Botta, per spiegare il verde dentro e non fuori dell’edificato, da percorrere in tutti i suoi spazi, attraversandolo per farne un centro vissuto, uno stare insieme.

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  • Italia – Un Paese scollegato

    E due! Di solito si conta all’avanti, ad indicare il raggiungimento di un obiettivo. Il governo attuale sembra invece aver inaugurato una nuova tendenza all’indietro, un “e due!” a significare la sparizione di un numero tre che interessa milioni di italiani, la loro cultura, la crescita delle nuove generazioni: manca la “I” dell’informatica nella nuova Gelmini. Fondi tagliati per l’innovazione tecnologica delle aule, per i corsi, per gli insegnanti. L’interesse del Ministero per l’istruzione su questo argomento sembra essere stato facilmente sacrificato alle voci di bilancio, proprio in una delle tre colonne portanti del programma elettorale del PDL.

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  • Crisi – Confindustria e Camera del Lavoro si rimboccano le maniche

    Non usa mezzi termini Confindustria nel denunciare la scarsa sensibilità, l’“inerzia” e la “sostanziale immobilità delle istituzioni locali” che contribuiscono ad aggravare ulteriormente la crisi in corso. Confindustria si riferisce alle richieste di molte aziende di potersi trasferire sull’aree recuperate dalle ex acciaierie di Cornigliano, tra le più ambite per il loro sbocco al mare: “non possiamo davvero permetterci di perdere altri pezzi per strada” o le aziende finiranno per andarsene. E Paolo Corradi, direttore generale di Assindustria” (Corriere Mercantile, 6 febbraio): “occorre decidere in fretta… rimboccarsi le maniche”.

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  • Appello per il diritto alla libertà di cura

    L’appello per il testamento biologico di seguito riprodotto ha raccolto finora circa 200.000 adesioni. Per sottoscriverlo cliccare su http://testamentobiologico.ilcannocchiale.it/

    Rispettiamo l’Articolo 32 della Costituzione
    Il Parlamento, con molti anni di ritardo e sull’onda emotiva legata alla drammatica vicenda di Eluana Englaro, si prepara a discutere e votare una legge sul testamento biologico.
    Dopo quasi 15 anni di discussioni, chiediamo che il Parlamento approvi questo importantissimo provvedimento che riguarda la vita di ciascun cittadino. Il Parlamento, dove siedono i rappresentanti del popolo, deve infatti tenere conto dell’orientamento generale degli italiani.
    Rivendichiamo l’indipendenza dei cittadini nella scelta delle terapie, come scritto nella Costituzione.
    Rivendichiamo tale diritto per tutte le persone, per coloro che possono parlare e decidere, e anche per chi ha perso l’integrità intellettiva e non può più comunicare, ma ha lasciato precise indicazioni sulle proprie volontà.
    Chiediamo che la legge sul testamento biologico rispetti il diritto di ogni persona a poter scegliere.
    Chiediamo una legge che dia a chi lo vuole, e solo a chi lo vuole, la possibilità di indicare, quando si è pienamente consapevoli e informati, le terapie alle quali si vuole essere sottoposti, così come quelle che si intendono rifiutare, se un giorno si perderà la coscienza e con essa la possibilità di esprimersi.
    Chiediamo una legge che anche nel nostro Paese dia le giuste regole in questa materia, ma rifiutiamo che una qualunque terapia o trattamento medico siano imposti dallo Stato contro la volontà espressa del cittadino.
    Vogliamo una legge che confermi il diritto alla salute ma non il dovere alle terapie.
    Vogliamo una legge di libertà, che confermi ciò che è indicato nella Costituzione.