Sciopero dei medici e Ist. Se la sanità dipende da un ministro virtuale

Qualcuno ha pensato dapprima a un lapsus, altri a un errore di stampa o alla solita malevola interpretazione delle parole pronunciate da un uomo di governo. Così in molti hanno letto tempo addietro le sorprendenti dichiarazioni del ministro della Salute, Sirchia, quando, in occasione del primo sciopero nazionale dei medici di famiglia, ha riconosciuto che la categoria aveva buone ragioni per protestare. Passano alcuni mesi, i sanitari di base fanno una seconda giornata di sciopero e puntuale il ministro dà loro ragione.


Dunque, nessun equivoco: solidarizza proprio con i camici bianchi, riconosce fondati i motivi della protesta. Ma contro chi, se non contro una linea governativa di cui lo stesso Sirchia è corresponsabile?
Non sarebbe forse il caso di ricordare (lo avevamo già fatto la prima volta) queste disinvolte contraddizioni, se il ministro non ci avesse dato un ulteriore saggio della sua “virtualità” anche sullo scenario locale. Crisi dell’Ist, il direttore scientifico Luzzatto, prestigioso ricercatore tornato a Genova dagli Stati Uniti, viene defenestrato d’imperio dal commissario dell’ente Mauri, per “incompatibilità di carattere”. Tutto questo nell’anno di Genova capitale europea della cultura, tanto che la comunità scientifica internazionale si indigna. A questo punto, il ministro si decide a intervenire e convocati i due contendenti, li induce a firmare una sorta di armistizio: la lettera di “licenziamento” viene annullata, lo scienziato torna al suo posto, in attesa di andare a dirigere un proprio specifico laboratorio a San Martino.
Ma le cose non vanno come è stato sottoscritto perché il rais dell’Ist si guarda bene dal revocare la sua decisione che, anzi, viene in certo senso avvalorata da una lettera di sfiducia a Luzzatto, firmata da un folto gruppo di primari (se si sentivano il bastone da maresciallo nello zaino, sono stati subito ripagati: il nuovo direttore verrà probabilmente da fuori, salvo incarichi provvisori interni). Miserie interne a parte, c’è da domandarsi ancora una volta quale sia la posizione del ministro della Salute, il quale assiste del tutto indifferente, come se la cosa non lo riguardasse al fatto che il suo commissario si permette anche di non rispettare gli impegni assunti, con lui garante. Sì, forse non c’eravamo accorti che si tratta di un ministro virtuale.
(Camillo Arcuri)