Burla di stato – Marziani a Bruxelles edizione 2006

30 ottobre 1938: Orson Welles anticipa Spielberg, adatta La Guerra dei mondi sulle onde radio e terrorizza l’America con un famoso reportage-bluff in cui dichiara che gli extraterrestri hanno cominciato l’invasione del New Jersey. In preda al panico, gli ascolotatori fanno i bagagli a migliaia e fuggono, alcuni (pochi) si suicidano. Il giorno dopo il giovane cineasta dovrà scusarsi pubblicamente sulla CBS per lo scherzo intempestivo.


13 dicembre 2006: il telegiornale belga di stato della rete francofona RTBF annuncia l’avvenuta secessione delle Fiandre, sinonimo di spartizione del regno. Il notiziario rivela inoltre che il re Alberto II ha lasciato la capitale e mostra le linee ferroviarie interrotte da improvvisate frontiere, nonché alcuni passeggeri fatti scendere dai treni perché sprovvisti di passaporto. Vengono persino raccolte le (finte) reazioni di alcune star dello show-business locale. La notte del 13 dicembre però, non solo la popolazione belga si corica di buon’ora senza ambasce, ma l’indomani nessuno si scandalizza per la burla televisiva. Risultato: chi paventava reazioni sdegnate è deluso. Dopotutto il Belgio è un paese sottoposto a potenti spinte centrifughe e l’estrema destra del “Vlaams Belang” (“Interesse fiammingo”) ha fatto dell’indipendenza della propria etnia un cavallo di battaglia. Certi scenari non solo sono verosimili, ma sembrano fatti apposta per scongiurare il peggio…
E allora, ci si domanderà: che rapporto con Welles e La guerra dei mondi? Ebbene, non solo c’è un rapporto, ma esso rivela la presenza dei marziani nel cuore dell’Europa… L’abile messinscena televisiva ha infatti suscitato almeno una reazione rabbiosa e scomposta da parte dei politici e del Parlamento belga in cui sono fioccate le accuse d’irresponsabilità dei media e le interrogazioni. Come spiegare una tale disparità nelle reazioni fra sfera politica e società civile se non con la profonda disaffezione della popolazione agli involucri istituzionali, forma-stato compresa? “La nazione” – scriveva Renan – “è un plebiscito quotidiano”, cioé una scelta consapevole che si rinnova di giorno in giorno. Ebbene, dopo i no alla costituzione europea nei referendum francese e olandese, i Belgi a loro volta non sembrano fare gran caso dell’unità nazionale. È una coincidenza che suscita un interrogativo: e se, anziché significare una regressione “sovranista” o chauvinista, lo scacco della costituzione volesse dire proprio il contrario, cioè che l’Europa a venire sarà diversa da una supernazione o non sarà? Quanto ai marziani, provate a immaginare un Parlamento che inveisce contro dei giornalisti irresponsabili chiedendo a gran voce le loro dimissioni davanti a un pubblico indifferente che se la ride. Non c’è dubbio: politici e ” amministrati ” sono sempre più come extraterrestri – gli uni per gli altri, beninteso.
(Achab)