Statistiche – Poche le fabbriche degli infortuni

Il consueto appuntamento con il rapporto annuale dell’Inail (Salone Amga, 13 dicembre) questa volta ha portato la novità di una analisi qualitativa del fenomeno infortunistico frutto della inedita collaborazione tra Inail, Regione e Asl liguri. Potenzialmente un ottimo input per le parti sociali che potrebbero trarne utili indicazioni su dove intervenire, ma quel che avviene nel convegno induce piuttosto al pessimismo.


Il rappresentante di Confindustria infatti “gioca” inopportunamente con l’argomento “… tra i dipendenti di Confindustria c’è stato un aumento degli infortuni del 700% in un anno: uno è scivolato sul marciapiede entrando, l’altro è caduto dal motorino tornando a casa … ” e, soprattutto, si chiude in una capziosa difesa di ufficio “… il problema si concentra nelle piccole realtà, non nelle aziende nostre associate, noi associamo solo il 2% di tutte le imprese esistenti …” saltando a piè pari il fatto che in alcuni settori gli infortuni si concentrano in un numero limitato di (grandi) aziende.
D’altra parte, ad irritarsi di fronte a questo esempio locale della tendenza nazionale a giustificarsi sempre e comunque con mille artifici dialettici, c’era solo un piccolissimo numero di sindacalisti: una decina di presenze o poco più, in larga maggioranza specialisti storici dell’argomento, sulle almeno 180 persone che affollavano la sala.
Certamente non tutto si svolge nelle sale dei convegni, ma l’immagine pubblica offerta da questo appuntamento è stata che la sicurezza sul lavoro è più che altro argomento per funzionari dell’Inail e della Regione e tecnici delle Asl.
Per giungere ai dati, è stata segnalata una lenta ma costante diminuzione degli infortuni sia in numero assoluto, sia in incidenza percentuale in rapporto agli addetti: l’indice del triennio 2002 – 2004, rispetto a quello del triennio 2000 – 2002 scende del 4,4% in Liguria e del 7,6% a livello nazionale.
Gli infortuni mortali restano invece stabili sia nel numero (29, 24, 27, 25 rispettivamente negli anni dal 2002 al 2005), sia nel loro concentrarsi nelle piccole aziende delle costruzioni, dei trasporti e delle attività manifatturiere.
Inoltre la tendenza moderatamente positiva del fenomeno infortunistico non vale per gli immigrati che in Liguria sono: il 4,5% della popolazione, il 10 % dei lavoratori assicurati Inail, il 12% degli infortunati e il 17,1% di chi sul lavoro ha perso la vita negli ultimi quattro anni.
Quanto alla concentrazione del 50% degli infortuni con almeno 40 giorni di prognosi in un numero molto limitato di realtà, questo avviene nei settori dove le grandi aziende rappresentano ancora una percentuale elevata degli occupati complessivi: pubblica amministrazione (concentrazione in tre aziende su 19), trasporti (in dieci su 376), industria dei metalli (in una azienda su 194). Anche nel frammentato settore edile il 50% degli infortuni gravi avviene in 215 aziende sulle 851 totali. Il dato può apparire scontato, ma in realtà costituisce un richiamo rispetto alla comoda via di fuga di attribuire il dramma degli infortuni solo o quasi all’inconoscibile e immodificabile mondo delle micro imprese, del sommerso e della precarietà.
(Paola Pierantoni)