Nomine – Dare a Cesare quello che è di Carige

Più ancora delle dimissioni del presidente Lorenzelli, che coprono mosse e logiche delle quali i finanziatori della Fondazione, i cittadini, non verranno mai a sapere nulla, stupisce nella vicenda la disinvoltura con cui il presidente della Regione Burlando chiede all’Arcivescovo di Genova di entrare nel CdA per garantire trasparenza e buon uso delle risorse ai fini sociali, educativi, culturali ecc. L’iniziativa di Burlando significa più di un fatto: o il governatore della Regione non riponeva nessuna fiducia in qualunque CdA fosse nato dalle nuove elezioni, per sentire il bisogno di un garante super partes, o preparava la mossa successiva: l’intesa con il sorridente ex ministro imperiese, di cui buona parte dei genovesi non ha ancora digerito la pessima prova offerta durante il G8, per la suddivisione delle poltrone: una a me, una a te, una alla Curia, con buona pace di tutti.


Comunque sia andata, anche altre domande inquietanti emergono da questa vicenda. La sana e necessaria laicità nelle faccende amministrativo-politiche è davvero andata a farsi benedire se in questa marmellata della Fondazione Carige un esponente di spicco dei Ds come Burlando abdica ai principi in cui dovrebbe credere e operare e coinvolge il clero nel modo che abbiamo visto. Non bastano a garantire la Chiesa, circa il legittimo finanziamento dei suoi progetti e di quelli associativi in tema di servizi sociali e assistenziali, i membri di un CdA che sia espressione di un mondo civile, di categorie produttive diverse e di enti che dovrebbero conoscere bene le esigenze di tutti i soggetti, specie dei più deboli e non cedere a logiche spartitorie? Mi chiedo infine se convenga alla Chiesa compromettersi direttamente in faccende bancarie, di competenza più strettamente laica.
Il ricorso alla Procura presentato da Lorenzelli potrebbe anche essere un boomerang, capace di ritorcersi contro qualcuno. Sembra che si sia dimenticato che Gesù stesso è il fondatore della laicità della politica. Con le parole: Date a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio (Mt 22,21), “Gesù, ospite e partecipe della città terrena, afferma solennemente che l’attività politica gode di una sua autonomia. Questa autonomia fa sì che il riferimento a Dio (e perciò, in ultima analisi, all’autorità di quelli che lo rappresentano) non può coprire tutti gli ambiti della società umana organizzata” (don Sandro Lagomarsini, “Esercizio e dominio della razionalità nel Gesù dei Vangeli”- in Chiesa locale, rivista diocesana La Spezia, Sarzana e Bugnato n. 3, 1993).
(Giovanni Meriana)