Mode – L’ambiguità nera della pubblicità

Dolce & Gabbana sono due famosi stilisti che ci propongono senza tregua immagini di giovani discinti, un po’ ambigui, visibilmente ricchi, nullafacenti e perciò annoiatissimi, usualmente stravaccati “in posizione scomposta”, come si sarebbe detto a scuola negli anni ’50. Ora però si cambia: questa volta in posizione scomposta c’è una donna, uno sta per violentarla, gli altri intorno, in piedi, guardano con distacco. Forse aspettano il loro turno. Il tutto è molto estetico, si intende. E magari è solo un gioco, forse sotto sotto lei ci sta, dopotutto porta una vertiginosa minigonna e i tacchi a spillo.


In Spagna, dove il manifesto circola (circola anche in Italia?) non l’hanno presa così sportivamente e l’Istituto delle Donne, l’associazione dei consumatori e i Verdi ne hanno chiesto il ritiro in base alla legge spagnola sulla pubblicità che proibisce annunci “che attentino alla dignità della persona o violino i valori e i diritti riconosciuti dalla Costituzione” e che vieta di associare l’immagine della donna “a comportamenti stereotipati” che possano contribuire “a generare violenza”.
Girellando per internet si scopre che anche in Gran Bretagna sono sorte reazioni di rigetto per una immagine pubblicitaria (sempre di D&G) che raffigurava due uomini armati che minacciavano la loro vittima con un coltello, mentre a terra c’era un’altra persona con una ferita alla testa.
Sono immagini accomunate dalla estetica della violenza
(Paola Pierantoni)