Partecipate/1 – La trasparenza invisibile

Repubblica del 16 marzo scorso dedica una intera pagina al sindaco uscente. “Lui che abitualmente bolla con una alzata di spalle le accuse degli avversari stavolta non ci sta… pronto a difendere la scelta delle aziende partecipate…”. “Le hanno chiamate, ha detto Pericu, le scatole cinesi del sindaco. Ecco le mie scatole cinesi sono tutte in pareggio o in attivo…”. Sarà, ma non toglie che il sindaco e tutta l’amministrazione sono stati chiamati, per quanto attiene alle “Partecipate” ad una maggiore trasparenza anche dall’ultima Finanziaria dove le società e i consorzi partecipati trovano un sistema informativo obbligatorio e dettagliato che deve essere sottoposto a pubblicità ampia (Sole 24 Ore, 8 gennaio ’07).


La Finanziaria stabilisce tra l’altro che entro il 30 aprile di ogni anno tutte le pubbliche amministrazioni debbano comunicare alla Funzione pubblica le informazioni relative alla loro partecipazione a consorzi e società (Sole 24 Ore, 12 febbraio ’07). Impone inoltre che dal 1° gennaio 2007 gli enti locali siano tenuti a pubblicare – e ad aggiornare semestralmente – sull’albo e sul sito internet i dati relativi ai rappresentanti negli organi di governo delle società partecipate e i relativi compensi.
All’oggi sul sito del Comune di Genova nessuna informazione è reperibili in proposito. Egualmente deludenti i siti della maggior parte delle partecipate per quanto riguarda l’organizzazione societaria.
Ad una maggiore trasparenza ha di recente invitato anche la Corte dei Conti, in occasione dell’inaugurazione a Genova dell’anno giudiziario. Nell’occasione ha bacchettato le società pubbliche e “stigmatizzato la scarsa collaborazione degli amministratori liguri nella battaglia a salvaguardia delle casse dello Stato”. Il resoconto – ampio e inquietante – è merito di Repubblica (11 febbraio ’07). La relazione del presidente della sede giurisdizionale e del procuratore capo hanno toccato ampiamente “l’aspetto delle responsabilità degli amministratori di attività di carattere privato che hanno riflessi sulle pubbliche risorse. Nel mirino: enti pubblici economici, società private a totale o prevalente partecipazione pubblica”.
In questo quadro si inseriscono le indagini della Procura locale e “gli accertamenti su Ami, AMT, Genova Parcheggi e Gestline e sui loro rapporti con il Comune. Indagini che non trovano un’adeguata collaborazione da parte delle Amministrazioni pubbliche poco inclini a fornire notizie provenienti dai loro stessi organi di controllo (peraltro sconosciuti) e relative ad esempio ai danni erariali prodotti dalle perdite di esercizio delle società in questione.
(Manlio Calegari)