Afghanistan – Quelle parole per dire l’oblio su Baldoni

Dopo tre anni e mezzo ritornano. Trovano spazio in una colonna , relegata a lato di un articolo di Repubblica in quarta pagina, che tratta la liberazione di Mastrogiacomo e la cattura di Hanefi giovedì 22 marzo. E’ una colonna lunga e sottile. Sono parole che sembra debbano stare ai margini, nella speranza che il lettore non se ne accorga.


“Noi non siamo tipi da far baccano”, dicono per voce di Sandro Baldoni, fratello di Enzo, “ci permettiamo di chiedere a quel pezzetto d’Italia civile e sommersa di tornare ancora una volta a galla insieme a noi, domandando in maniera composta ma decisa che la vicenda di Enzo Baldoni non finisca tra i tanti casi frettolosamente archiviati e mai risolti della recente storia nazionale. Grazie”.
A volte ritornano certe parole. E raccontano di tanti pezzi di universo politico che non si erano attivati affatto, di “uno sguardo muto e accigliato del Vaticano che evidentemente” non li considerava “abbastanza cristiani per essere degni d’aiuto”. Si domandano in “quali abissi si fosse nascosta l’Italia solidale e positiva” emersa oggi,ma inesistente per il rapimento di Enzo. I familiari del giornalista pretendono che venga rispettato un diritto: “che lo stato faccia il possibile perché quel che resta del corpo di Enzo sia riportato nella sua terra”.
E’ singolare che una lettera di questo spessore, la seconda che Sandro Baldoni scrive a Repubblica – la prima era stata pubblicata, senza ricevere alcuna risposta il 30 settembre 2004 – sia relegata in uno spazio così angusto. Quasi fosse un favore riconosciuto faticosamente da una linea editoriale che in prima pagina offre spazio e dignità alle traversie sentimentali di Veronica Lario. E alle risposta dell’ex premier. Sempre di corpi si tratta. La stampa ne riconosce prestigio, forza, impatto, a seconda della posizione che è disposta ad offrire loro.
Per il corpo di Baldoni, per la sua storia c’è davvero poco spazio. La solitudine della sua famiglia è come quella striscia di parole nella quale l’Italia che vorremmo e il suo cambiamento si possono rispecchiare senza alcuna fatica.
Comunque Veronica Lario è andata a vedere lo spettacolo di Benigni. E’ stata corteggiata a lungo dal comico. Ha riso alle battute che le sono state fatte sul marito. Si è trattato di una serata davvero simpatica, i figli Barbara e Luigi, pare si siano davvero divertiti. La notizia è apparsa, proprio il 22 marzo- stesso giorno della lettera di Baldoni – sulla prima pagina di Repubblica con il seguito nelle pagine centrali.
(Giulia Parodi)