Porto/2 – I nemici del porto? Fuori i nomi!

Chiamati in causa gli avversari di Novi si sono consultati e poi hanno deciso di mettere direttamente mano alla penna. Niente interviste o giornalisti accondiscendenti; tutto in prima persona. Su Repubblica 13 giugno 2007. Titolo: “Contro Novi nessuna congiura”; piuttosto un licenziamento. Una risposta dura, frontale, firmata da Gigi Negri presidente dei terminalisti e Sergio Scarpi dei riparatori navali. Novi non è credibile, parla a vanvera, senza il suffragio dei fatti come quando afferma di aver recuperato canoni per 12 milioni di euro che però dagli atti del comitato non risultano. Come dire: se li ha davvero incassati non ce lo ha fatto sapere. Un testo con molte accuse e anche caute autodifese sulla questione Waterfront ad esempio dove si tace che Piano infatti, in risposta alle richieste degli industriali, aveva rivisto più volte il suo progetto. O dove si parla di canoni (noi concessionari paghiamo il giusto su una base di un accordo siglato nel ’96). Nel complesso un documento non lascia spazio a mediazioni: o noi o lui. E se qualcuno pensasse di lasciarlo al governo il porto sarà guerra.


A caricare la dose è sopravvenuta anche la lettera che il gruppo armatoriale Ignazio Messina & C. ha inviato al Lavoro (Repubblica, 16 giugno 2007). Che Novi faccia i nomi, chiedono i Messina. Chi sono i componenti del gruppo ristretto, “in maggioranza esterni al palazzo”, che facevano il gioco sporco che lui si vanta di aver rotto? E, aggiungono, ci piacerebbe anche sapere cosa ne pensa Gallanti, il presidente dell’Autorità che lo ha preceduto, dell’affermazione che, all’epoca, il comitato si limitava a ratificare le decisioni di questo o quel gruppo.
Come dire: l’attacco contro di noi è anche un attacco alla gestione DS del porto che ha preceduto Novi. Cari compagni fino a quando continuerete a nascondervi?
(Manlio Calegari)