Porto – Quando la cronaca (giudiziaria) diventa politica

Repubblica del 14 giugno 2007. “Portuale morto. Sequestrata l’area; il terminal era senza autorizzazione. Spazi utilizzati solo avvalendosi di una comunicazione orale del Tfg, senza aver fatto richiesta all’ente”. Il portuale morto si chiamava Enrico Formenti. Nell’aprile scorso ci ha rimesso la pelle schiacciato da una balla di cellulosa. Il sequestro dell’area è avvenuto mercoledì 13. L’accertamento è stato fatto dallo stesso PM che indaga sulle concessioni dei canoni demaniali in porto. La società che occupava l’area sequestrata ha sostenuto a sua difesa di non averne fatto richiesta all’autorità portuale essendo stata autorizzata ad occuparlo, “oralmente”, dal Terminal frutta. Sigilli anche all’area prospicente il mare che il Terminal Forest utilizzava anche qui senza aver avuto alcuna autorizzazione dall’Autorità portuale. La società Campostano, il gruppo a capo della società in questione, ha fornito come prova della legittimità della sua occupazione una lettera dell’allora segretario dell’autorità portuale, Carena, da cui risultava che gli era stato dato l’ok per l’utilizzo. Un atto informale e quindi privo di valore.


Ma non per questo meno importante e che illumina su una prassi a cui la stessa autorità portuale presieduta da Novi e l’autorità giudiziaria hanno deciso, sia pure con motivazioni diverse, di mettere fine. L’episodio potrebbe spiegare la resistenza durissima di molti del Comitato portuale e di quei dirigenti di Palazzo San Giorgio che nell’estate del 2006 si erano opposti strenuamente alla dimissione di Carena. Come egualmente potrebbe spiegare il perché (Repubblica 17 e 18 gennaio 2007), nell’ambito dell’inchiesta ancora in corso sulle concessioni demaniali da parte della Procura locale, della perquisizione – si era giunti a rompere le serrature – degli uffici, allora ancora a disposizione, dell’ex segretario generale Carena.
Nel fascicolo del magistrato che indaga sulla morte del portuale – scrive Repubblica 14 giugno 2007 – “sono finite diverse società e nomi di primissimo piano”. Quel che il magistrato cercherebbe di stabilire è se si tratta di irregolarità formali, dovute a negligenze burocratiche o distrazioni procedurali, o se sono frutto di una gestione allegra. E in tal caso a quando risalirebbe un tale modo di procedere. Ecco il punto: da quando?
(Manlio Calegari)