Depuratori – Veleni dell’ambiente e della politica

Un faldone pieno zeppo: una relazione di oltre 70 pagine più 13 fascicoli allegati per un totale di 700 pagine. “Dossier choc: fuorilegge il 78% degli impianti genovesi” titola Repubblica del 4 luglio 2007. Così la Regione, con la relazione stesa da Arpal, la sua agenzia per l’ambiente, “squarcia il velo sui veleni dell’ambiente” e punta il dito sulla nuova amministrazione comunale.
Datevi da fare e alla svelta – è il senso del documento – perché siete proprio nella m. Nel dossier la parola più utilizzata è “revamping”, rifare completamente. Nel comune di Genova sono censiti decine di scarichi, industriali e domestici non serviti da fognature. Ma le cose non vanno meglio neppure se gli scarichi finiscono nella rete della depurazione; perché è inadeguata, inefficiente e nella maggior parte dei casi da ricostruire da zero.


Relazione impietosa quella di Arpal che però contiene tutto quello che gli addetti ai lavori sapevano da anni e i cittadini denunciavano. Il fatto che venga messa nero su bianco nel luglio del 2007 quando si è appena insediata la nuova giunta comunale ha dato da pensare. Veleni ambientali o anche veleni politici? Per rispondere ci sono i fatti: il mittente – lo scrive Repubblica – è il presidente della regione e l’assessore all’ambiente ha detto che dell’iniziativa di Arpal lui non sapeva nulla.
Ma c’è anche un altro fatto: a partire dal 2003, ma si potrebbe risalire ad anni ancora precedenti, per il mare genovese ci sono stati solo divieti, uno via l’altro. Uno scandalo, dovuto alla situazione catastrofica della rete fognaria e della depurazione urbana, che è stato ostinatamente contrabbandato come frutto di eventi eccezionali. Per mesi, anzi per anni, gli uffici preposti, e tra questi Arpal, hanno dato vita ad una vera propria manfrina che grazie anche ad una stampa compiacente ha scatenato la caccia all’untore: il ristoratore dalle cozze avvelenate, l’alga urticante, la medusa anomala, il topicida killer, il cefalo suicida. Per non dire della minimizzazione di notizie gravissime come la cinquantina di epatiti collezionate in poche settimane nel 2005.
Con il suo dossier di luglio 2007, Arpal ha deciso di aprire il sacco, dire la verità (finalmente). Amore di verità o contributo a una campagna di veleni? In ogni caso, meglio così che il silenzio. L’assessore comunale al ciclo dei rifiuti non si è stupito. Sono cose che sappiamo benissimo – è stato il senso delle sue parole – è una eredità e cercheremo di venirne a capo. Costruttivo anche l’assessore regionale all’ambiente: problemi seri ma lavorando assieme con Provincia e Comune troveremo la soluzione.
I cittadini, presi in giro per anni con spiegazioni idiote e che, per altrettanti anni, hanno aspettato di vedere riconosciuta le ragioni delle loro proteste, non possono che essere contenti. E sperano che l’amore di verità la vinca sul veleno.
(Manlio Calegari)