Memoria – Gli archivi delle donne

Venerdì 26 Ottobre, presso il Circolo Culturale Zenzero (Via G. Torti 35), è stato presentato il libro “Salva con nome” realizzato da Paola De Ferrari, genovese, archivista libera professionista. Si tratta dell’inventario dell’archivio che raccoglie l’attività svolta tra il 1974 e il 1999 da Alessandra Mecozzi, attualmente responsabile dell’Ufficio internazionale della Fiom nazionale.
Le donne presenti avevano tutte vissuto gli stessi anni politici della sindacalista metalmeccanica e nel pomeriggio di venerdì li hanno ripercorsi attraverso i frammenti di una biografia che ha attraversato il femminismo, l’attività contrattuale nella FIOM, il pacifismo e le politiche internazionali del sindacato, e attraverso i documenti, le fotografie, gli slogan del movimento delle donne a Genova, che le donne della Associazione “Archinaute” hanno proposto come “sfondo” della biografia della Mecozzi.


Tutto l’incontro è stato accompagnato dalla riflessione sulla conservazione e trasmissione della memoria. Le donne degli anni ’70, le donne del femminismo, stanno costruendo archivi. Raccolgono le carte, i documenti, le fotografie che si sono accumulate nei loro luoghi di lavoro, e soprattutto nelle loro case. Li ordinano a volte con competenza professionale, altre in modo più artigianale. Li salvano dalla certa dispersione e oblio che avrebbero incontrato se fossero rimasti nelle sedi del sindacato. Cercano luoghi sicuri e insieme accessibili.
Lavorare agli archivi, viene detto, vuole dire riflettere sul futuro, sperare. Vuole dire compiere, al buio, piccoli passi verso altre persone, altre donne, che non si conoscono e che probabilmente non si incontreranno mai, che spesso non si riescono nemmeno a immaginare.
Attraverso gli interventi viene rievocata la fatica emotiva di rimettere le mani nelle carte che descrivono una storia breve e intensissima, poco più di un decennio, che ha impresso una straordinaria accelerazione alla trasformazione della condizione delle donne, e alle vite personali di chi ha vissuto quegli anni, e che ora si chiede, senza potersi dare risposte, come possa rinascere la coscienza di sé collettiva che le donne allora avevano elaborato. Le donne, intanto, sono diventate le donne di tutto il mondo: sullo schermo scorrono le immagini della conferenza di Pechino, i linguaggi, le urgenze, si sono moltiplicati e suggeriscono insieme una immensa potenzialità e una difficoltà quasi invincibile.
Incerte su cosa sperare, su cosa aspettarsi, le donne che hanno vissuto quel periodo tuttavia sentono e sanno che la lunga stagione di conflitto condotto all’interno delle loro molte famiglie (quella di origine, quella di coppia, quella sindacale, quella politica) ha dato loro una grande autonomia di pensiero e le ha rese capaci di sostenere la solitudine.
Riferimenti sugli archivi delle donne a Genova:
Associazione Archinaute – donne tra memoria e futuro (Ge – P.zza Scuole Pie 7) (archinaute@libero.it)
L’archivio del coordinamento donne FLM presso il Centro Ligure di Storia Sociale
www.centroliguredistoriasociale.it/donneflm.html
Archivio storico dell’U.D.I. Unione donne italiane – Via Cairoli 14/7 16124 Genova
(Paola Pierantoni)