Gossip – Mancavano in salotto le signore dei politici

Gli italiani proprio di questi tempi in cui la barca sembra andare ogni giorno a fondo, sentivano davvero il bisogno di un libro sulle donne (pardon Signore) dei politici, che raccontasse l’influenza delle stesse sulle decisioni e le scelte dei mariti, le loro preferenze in materia di vestire, il distacco o meno dalla politica e dalla vita del palazzo, i legami con la famiglia ecc. Ha provveduto il giornalista per tutte le occasioni Bruno Vespa, col suo centesimo (inutile) libro. Il quale prima o dopo sarà presentato da Berlusconi, campione della famiglia tradizionale e cristiana che i Vescovi portano ad esempio; ne avrà lustro e vendite.


Può non stupire che un giornalista, le cui analisi, di parte e alla Frassica, (“se il governo Prodi regge al Senato, non cade….”) hanno stufato mezzo mondo, a corto di argomenti un pochino più seri, dedichi le sue ricerche a sfondare “porta dopo porta” i salotti buoni delle capitali italiane, dove le mogli dei nostri politici vivono, si muovono, fanno salotto, amoreggiano o litigano (e si dividono) dai mariti. Stupisce invece che Il Secolo XIX, che annovera Vespa tra gli illustri commentatori della politica nell’ultima pagina, abbia inflitto pari pari ai genovesi due stralci di quel libro. A che cosa sono serviti? A far vendere il volume? A portare acqua al mulino di Vespa e dei suoi amici di destra? Peccato questo scivolone, perché il giornale da qualche tempo dà segni di risveglio con inchieste puntuali e intriganti. Meglio, molto meglio le analisi sulle discordie interne e i veti incrociati degli industriali genovesi, sulla sicurezza della città, sulle oscenit à culturali e grafiche di cui sono capaci i graffittari di casa nostra. Da lì il lettore trae spunti di indignazione e di riflessione, non dai discorsi salottieri e vuoti del Vespa.
(Giovanni Meriana)