Crisi – Perché quel siluro odora d’incenso

Il macigno che ha seppellito il governo Prodi è rotolato partendo da san Pietro. Lo hanno sostenuto nei giorni scorsi vari esperti di cose vaticane; gente non sospetta di simpatie per il centro sinistra.
In breve: la crociata contro la 194, la quotidiana aggressione di Ferrara, la ritirata dalla Sapienza con successiva assemblea pro Ratzi a San Pietro erano il gioco dei ladri sull’autobus. Due fanno casino da una parte mentre il complice, sul lato opposto, vi mette le mani nella borsa. Sapienza, 194 e Ferrara sono quelli che dovevan far casino; per il ladro c’è stato solo l’imbarazzo della scelta.


Cosa c’era nella borsa, la vera posta dello scontro messo in scena per il popolo? Due cose: il mantenimento dell’esenzione del pagamento dell’Ici sulle proprietà della chiesa, cosa sulla cui liceità i dubbi – specie a livello degli organismi europei – sono molti. E, seconda cosa, la sicurezza del recupero dei fondi dell'”otto per mille”, che non destinati dai cittadini vengono comunque ridistribuiti a favore anche della chiesa cattolica. Il timore che l’evasione vaticana dell’Ici potesse portare ad una revisione della legge è stato decisivo.
E’ dunque per avere la conferma di antichi e recenti privilegi economici che i vari Bertone, Ruini e Bagnasco hanno scelto senza esitazioni la strada della crisi di governo. E per maggiore sicurezza su ciò che dovrà avvenire in futuro hanno stipulato precisi accordi con l’opposizione di centro destra, all’interno della quale i dubbiosi sull’apertura della crisi erano diversi. Ma contro il Papa e il Vaticano in Italia non c’è gioco.
Al centro sinistra non è bastato solidarizzare con Ratzi, lanciare assicurazioni alla chiesa, mandare in onda ogni giorno dalle reti radio e tv lunghi e leziosi commenti – letti per lo più con toni ridicolmente ispirati – per qualsiasi colpo di tosse di Ratzi, Bertone e compagni.
Pregiudizi anticlericali? A smentire basterebbe la pagina del Sole 24 Ore di domenica 27 gennaio ’08 (“Pannunzio: laici sveglia”) e le due pagine di Curzio Maltese su Repubblica di sabato 26 gennaio ’08 (“Scandali, affari e misteri tutti i segreti dello Ior”) dedicato all’Istituto Opere Religiose, la banca del Vaticano.
Certo, ormai i giochi sono fatti ma sapere qualcosa di più sui nemici della nostra povera democrazia non è inutile, vi pare?
(Manlio Calegari)