Siti muti – Nebbie sui compensi delle “partecipate”

Repubblica 2 febbraio ’08 Cronaca genovese: “Aziende partecipate, resta un rebus il taglio ai compensi dei vertici”. Il “rebus” dell’amministrazione Vincenzi riguarda le “partecipate” e le “controllate”, le aziende di cui i Comuni – ma anche Province e Regioni – sono azionisti spesso di maggioranza. Al comune di Genova la delibera sui compensi e sugli indirizzi per la nomina degli amministratori vaga da mesi da una commissione all’altra, entrata ed uscita dalle riunioni di Giunta più di una volta (Corriere Mercantile 17 novembre ’07, Secolo XIX 22 e 23 novembre e 15 dicembre). Un tormentone: da una parte la Finanziaria 2007 che imponeva entro novembre 2007 di tagliare stipendi e poltrone di presidenti e consiglieri di amministrazione delle partecipate (a Genova 48 rappresentanti da portare a 23) dall’altro la pratica invalsa fino ad oggi di aumentare all’infinito le nomine dei consiglieri e così anche le occasioni di scambio tra p artiti, correnti e potentati locali.


La sindaco Vincenzi, appena insediata, aveva dichiarato di voler cambiare musica. I tempi della legge sono stati rispettati (anche la Provincia ha provveduto da 32 a 19; della Regione invece non si sa…), ma resta aperta la questione dei soldi. Tetto massimo l’80% dello stipendio del sindaco per i presidenti e 60% per i consiglieri ma fervono i distinguo.
I soldi: lo stipendio del vicino, operaio, commerciante, dirigente, fa sempre discutere. Perché lui? Perché quella cifra? Cosa avrà mai fatto per guadagnarsela? Genova che invecchia e lentamente impoverisce scopre che esiste un consistente numero di persone che gode di incarichi amministrativi – dirigenti, consiglieri o sindaci di società pubbliche – ben remunerati. L’invidia è un sentimento riprovevole. Ma in questo caso si mescola ad altri sentimenti meno colpevoli: come hanno meritato le persone che ricevono questi stipendi, chi le ha scelte, in base a quali criteri e, specialmente, il comune cittadino ha diritto di saperlo?
La legge – nessun o può escludere che le nomine siano il frutto di pastette o patti criminosi – stabilisce però con grande chiarezza gli obblighi degli amministratori pubblici. Il comma 735 della legge 27 dicembre 2006 n. 296 prevede che “gli incarichi di amministratore delle società di cui ai commi da 725 a 734 conferiti da soci pubblici e i relativi compensi sono pubblicati nell’albo e nel sito informatico a cura del responsabile individuato da ciascun ente”. A tutt’oggi il sito del comune di Genova è, in proposito, muto e confuso: scoraggiante. Inadempiente addirittura rispetto alla Finanziaria 2006 che imponeva dal primo gennaio 2007 agli enti locali di pubblicare – e aggiornare semestralmente – sull’albo e sul sito internet i dati relativi ai rappresentanti negli organi di governo delle società partecipate e i relativi compensi. Mal comune ecc.? Proprio no. I comuni che offrono ai cittadini una informazione completa e di facile accesso ci sono, piccoli e grandi. Se q ualcuno volesse farsi una idea potrebbe dare una occhiata al sito del comune di Brescia. I confronti sono antipatici ma se servissero a darsi una smossa…
(Manlio Calegari)