Misteri – Fondazione della cultura dentro Urban lab?

Si chiama “Urban Lab” ed è “il tavolo di promozione” di Comune, Provincia, Camera di commercio e Autorità portuale ideato da Renzo Piano per ripensare l’immagine della città e la sua diffusione nel resto d’Italia e all’estero. Urban Lab è stato tenuto a battesimo venerdì 29 febbraio 2008 (Secolo XIX 1° marzo ’08) nel Salone di Rappresentanza di Tursi. Nell’occasione è stato presentato il calendario annuale degli eventi e la sindaco in persona ha consegnato un premio simbolico agli sponsor dell’impresa. Tutti gli sponsor – quelli importanti come banche e fondazioni ma anche i fornitori di servizi disponibili a fare lo sconto – secondo un elenco compilato dallo stesso ufficio del sindaco, hanno ricevuto il loro attestato.


Il programma per il 2008 – contenuto in una raffinata brochure consegnata ai partecipanti – un marchio disegnato da Renzo Piano e l’indicazione delle nuove strategie di comunicazione che passeranno “dalla semplice promozione al marketing territoriale e necessitano di una diffusione capillare per riappropriarsi della spinta del 2004”: così Urban Lab è stato presentato alla città. Dando ragione di due fatti: perché la sindaco avesse deciso a suo tempo di tenere per sé la delega per cultura e la posizione centrale che il nuovo organismo Urban Lab dovrà avere per attuare il suo progetto politico.
Tutto chiaro? Non molto. Fin a poche settimane prima, quanto nella cerimonia del 29 febbraio è stato indicato come di competenza di Urban Lab sembrava tra le competenze di un altro “nuovo organismo”, anch’esso varato dalla amministrazione Vincenzi, la “Fondazione della cultura” che con voto unanime il Consiglio comunale aveva messo al posto della precedente “Palazzo ducale” di cui andava a rilevare spazi, personale, organizzazione e le funzioni (con una sovrapposizione quasi perfetta di quelle dell’assessorato comunale alla cultura). E alla cui direzione era posto l’ex assessore alla cultura Borzani. Alla Fondazione – vero anello di congiunzione dei luoghi fisici della cultura: palazzi, musei, castelli, gallerie, mostre – doveva toccare la tanto attesa cabina di regia delle iniziative di promozione della città (Repubblica 2, 8 e 10 febbraio ’08). “Obiettivo fondamentale, programmare gli eventi almeno con una scadenza triennale”, parole dell’ex assessore Borzani che , in un suo intervento pubblicato da Repubblica il 13 febbraio ha detto che la neonata Fondazione era impegnata a superare finalmente la scarsa attenzione di Genova per le sinergie, da cui derivava la sua bassa “capacità unitaria di promozione”, una “debolezza di innovazione” e un eccesso di autoreferenzialità del sistema cultura.
Il 13 marzo scorso il circolo La Maona, al Ducale, ha provato a dare un seguito al dibattito sulla cultura apparso sulle pagine di Repubblica nelle settimane precedenti. Laudatori dei tempi antichi a parte, si sono sentite – rivolte ai responsabili – voci accorate: diteci cosa volete fare, che modelli avete e simili. Domande senza risposta perché i responsabili erano tutti impegnati altrove.
(Manlio Calegari)