Quando gli sos disturbano più dei bolidi

Cara OLI, “Corse folli con bolidi truccati in piena notte”. Repubblica del 25 marzo scorso gli ha dedicato una paginata. Poi più niente. Uno legge e si chiede: ci sono altri che come me sono stati colpiti dalla notizia? Mi rendo conto che alla vigilia delle elezioni a parlare di queste cose faccio la figura della cretina; è che una persona comune cos’altro ha per osservare il mondo se non piccole cose? Certo: sono le grandi cose a essere importanti ma su di esse non ho alcun controllo; solo speranze.


Invece le piccole sono lì a portata di mano; capita che qualcuno te ne parli; anche la cronaca locale fa la sua parte. E poi un po’ di esperienza diretta l’abbiamo tutti, no?
Prendete il caso delle “corse”. Era da settimane e forse più che in Corso Italia le facevano. E appena se n’è parlato è saltato fuori che ce ne sono altre, anche moto, in altri punti della città. Corse vuol dire gente che trucca motori, un’organizzazione – telefoni e cronometri – per rilevare i tempi, allibratori che raccolgono le puntate di quelli che giocano (“Pagano solo il vincente” mi ha detto mio nipote che è uno che di motorini se ne intende). E sembra che ci sia anche un giro di roba. Si capisce: andare al massimo non è roba facile neppure per dei giovani.
Fin qui è cronaca di fatti dei nostri tempi. Dove la cosa non quadra è quando leggo che quella dei residenti di piazza Rossetti non era la prima protesta ma l’ennesima. Che oltre alle lamentele c’erano già stati lettere ed esposti e che la sera fatidica avevano telefonato ai carabinieri facendogli sentire le registrazioni del rumore dei motori imballati e delle sgommate. Ai carabinieri perché – hanno detto – la polizia municipale aveva ignorato le precedenti sollecitazioni.
Voi di Oli non vi interessate di cronaca e fate bene ma qui il fatto grave è quello di cui nessuno parla. Non è che decine di irresponsabili e/o delinquenti facciano le gare su strade normali. E’ invece che questo avvenga nella indifferenza di chi è preposto al controllo. Perché l’istituzione nella sua gestione normale non riceve e non risponde a meno che non ci sia l’emergenza, il morto, il pronto soccorso, il 112, lo scandalo. La morale? Le istituzioni non sono interessate alla collaborazione dei cittadini e di fronte alle richieste o alle osservazioni alzano gli occhi al cielo come dire “ma proprio a me doveva capitare questa?”.
(Antonia Canepa)