Assistenza – La difficile strada delle priorità

Circolo Zenzero, mercoledì 2 aprile. Quarto incontro con Paolo Pissarello, vicesindaco di Genova. All’ordine del giorno ancora bilancio e servizi alla persona.
Accanto a lui Roberta Papi – assessore alle Politiche sociosanitarie – in una sola parola, assessore agli ultimi.
La categoria include: anziani soli con redditi bassi, disabili, minori affidati al comune, tossicodipendenti e malati di aids, donne violentate, ragazze straniere da sottrarre alle strade, e individui senza fissa dimora. In tutto diciottomila persone accolte, tra le più sfortunate nel territorio.
Della fascia superiore – la città sembra sempre più divisa in caste – quelli che non arrivano a fine mese o con problemi economici la cui entità non è ancora catastrofica, il Comune non può farsi carico, per la semplice ragione che i soldi non ci sono.


“Non siamo in grado” precisa Roberta Papi con impotente onestà. E cerca, dopo quasi un anno di lavoro, di raccontare attività svolta e obiettivi. Parte da tre concetti: equità, adeguatezza, e qualità e spiega che – a conti fatti – è assolutamente necessaria “un’analisi dei bisogni che corrisponda a quanto stiamo dando” per verificare “la qualità del servizio”.
Il target è soddisfatto? E noi del comune come stiamo spendendo i nostri soldi? Che possibilità di controllo abbiamo?
Sembra di avere a che fare con una grande famiglia alla quale sono stati sottratti, nel bilancio 2008, cinquanta milioni di euro. Con quel che resta deve finanziare le necessità primarie. E su quelle deve alzare la guardia perché nulla va sprecato. Contratti, fatture, sperperi sono passati al setaccio e l’elemento di verifica può riguardare anche il trasporto dei disabili – affidato a cooperative – che va monitorato con nuovi accordi. Inoltre il rapporto utile e indispensabile con la pluralità di soggetti che a Genova si occupano di Terzo Settore – tra cui Caritas, San Marcellino, Sant’Egidio – con i quali creare un tavolo di confronto. E ancora la gestione esterna di molti servizi, tra i quali le strutture residenziali, con il pagamento delle rette, oltre a quelli dati in carico con i quali l’amministrazione è in relazione.
Roberta Papi indica altre fasi necessarie: analisi dei problemi, delle priorità, e anagrafe delle risorse. Nella rete di relazioni del suo assessorato tantissimi nodi di congiunzione – tutti con un loro ruolo – con i quali parlare, accordarsi, fare sintesi. Poi la Lea, Livello essenziale di assistenza, riconosciuta per legge nella sanità ma negata ai servizi sociali, totalmente privi di livelli, sui quali ogni comune è libero di decidere.
Dagli abitanti domande stupite: ma per monitorare le spese ci voleva questo taglio al bilancio? E nel passato la verifica sull’adeguatezza dei servizi dov’era? E le esternalizzazioni sono state davvero opportune?
Roberta Papi risponde senza sbilanciarsi in giudizi sulla giunta precedente, ma consapevole che molte cose vanno migliorate.
Infine dai presenti qualche libera suggestione: piazzette restituite a quartiere, costi stratosferici dell’aster per il taglio dell’erba di un’area condominiale, banca del tempo. E l’iniziativa “adottiamo un giardino”.
Qualcuno suggerisce: “Adottiamo un assessore!”
(Giulia Parodi)