Mind the gap – Prostituzione domestica contro il caro-affitti

A volte per arrivare all’informazione si deve cercare altrove, non negli articoli o nei commenti, dove arriva ciò che in un modo o nell’altro è diventato già opinione comune . Una scorsa alla pagina degli annunci può portare là dove il quotidiano aspetta, amorfo, di essere macinato e digerito per divenire il bolo della notizia. Gli affitti sono un esempio. A Genova le camere, per studenti e trasferitisi o semplicemente per chi non può permettersi il lusso di un focolare, hanno prezzi che oscillano tra i 170 euro, per il posto letto, e i 400, per la camera singola, fino a 500-600 euro per una doppia uso singola. Un vero e proprio strozzinaggio autorizzato (OLI n. 177, 5 marzo 2008).


Si può essere tanto ingenui da credere che ad un caroaffitti del genere non corrisponda un imprevedibile impatto sociale? La risposta si trova, forse, continuando a scorrere gli annunci, specie quelli pubblicati su quella immensa zona franca che è internet: “Bellissima mamma single cerca prima casa in cambio di compagnia”, “Singola luminosa arredata con tutti i comforts offresi a ragazza intraprendente e senza troppe inibizioni. Nessun affitto nessuna spesa”, ma anche “Mi chiamo Andrea abito in via del Lagaccio, io posso dare la camera, uso cucina, internet , molti p.c, non voglio soldi anzi posso pagare; cosa ho bisogno? Ho un sito di chat live dunque tu potresti lavorare sul sito negli orari che vuoi”.
E si potrebbe continuare, spesso dietro a numerosi annunci dall’aspetto innocente si nasconde la richiesta della stessa modalità di pagamento. Prestazioni sessuali in cambio dell’affitto: il caso, scoppiato a Parigi dopo l’inchiesta dei quotidiani francesi Liberation e Le Figaro, che avevano preso in esame giovani tra i 19 ed i 25 anni disposti a risolvere in questo modo i problemi di alloggio, è verificabile ormai da mesi anche sulle inserzioni italiane.
Tanto che il bolo di notizia è arrivato fino alla stampa italiana e Repubblica (26 marzo 2008) ha dedicato un’inchiesta sulla diffusione del fenomeno a Roma. Il reportage (“Casa gratis in cambio di sesso in rete il mercato degli affitti hard”) affronta l’argomento con pruderie, etichettandolo come fenomeno generazionale e tratteggiando i personaggi (“l’ufficiale”, “il quarantenne”), cinici strozzini in cerca di calore umano, ma perde l’occasione di fare un’analisi del disagio sociale alla base di ciò che accade, che rimane per ora confinato alla pagina degli annunci.
(Eleana Marullo)