Opinioni 2. Bibliofili espulsi dalle biblioteche

Sono un buon lettore; affezionato e onnivoro. Per questo “batto” le biblioteche civiche, soprattutto Berio e Universitaria ma anche Gallino o Lercari. Amo le raccolte storiche o le collezioni e “sbrodolo” per il libro raro o quello antico. Mi muovo a mio agio tra gli scaffali, i repertori, le bibliografie.


Per me le biblioteche restano un luogo magico di piacere. Un po’ come il bosco dove si perdono incantati Hansel e Gretel. Ci ho passato sicuramente ore, giorni, parte della vita. Scusatemi, dunque, se ci metto anche un po’ di personale.
La tradizione delle biblioteche (vedi il non troppo ascoltato Salvatore Settis) è un patrimonio italiano storico fondato sui lasciti dei cardinali e delle famiglie aristocratiche. E sul lavoro di catalogazione e archiviazione di migliaia di oscuri bibliotecari, sull’implementazione e la difesa di questo patrimonio di carta. E sulla sua fruibilità da parte di tutti i cittadini.
Una bella cosa comunque in questa nostra Italia; una cosa civile, sana, onorevole. Benedetta è stata, infatti, la ricollocazione della Berio dai locali angusti di De Ferrari agli open space del Seminario e molto ci si aspetta dallo spostamento, in parte già avvenuto, della Universitaria nei prestigiosi saloni del vecchio Hotel Columbia.
Ma c’è un però grosso come una casa che induce a maledire “alfierianamente” questa nostra stolida contemporaneità.
La Berio vecchia era un reperto ottocentesco con quei bellissimi tavoli in legno (a proposito dove saranno finiti?), i seggioloni in pelle, le librerie perennemente chiuse e un servizio “goccia a goccia”. La nuova Berio, invece, aperta alle nuove tecnologie, ha spazi articolati e specializzati su più piani, migliori accessi e servizi e aree espositive autonome. Solo che adesso quando ci vado non c’è neanche un posto a sedere. Ho detto: “bene, benissimo. Tanti giovani per tanti libri”. Solo che i “giovani” non leggono i libri che sono alla Berio perché i libri se li portano da casa e alla Berio ci vanno a studiare… si tengono il posto… amicheggiano… amoreggiano… cazzeggiano, anche loro ci passano parte della vita (universitaria).
Va beh! ho detto, i libri della Berio li prenderanno in prestito. Invece, mentre la fila che sto facendo si ingrossa a dismisura (e siamo di sabato pomeriggio) vedo che i ragazzi fanno sì il prestito ma… di video-cassette. Delle quali ormai ci sono più di un ripiano a disposizione dell’utenza. Videocassette? Ebbene si! Tanti bei nastri di cinema più o meno nobile, che ti puoi portare a casa o guardare in loco.
Scopro anche che storie della Grecia a catalogo – che mannaggia mi servono – ce ne sono solo due e vecchie, consunte purtroppo sia nei contenuti che nell’aspetto. Scopro che negli scaffali dedicati alla Storia e alla Geografia ci sono tante guide turistiche (?) in bella vista (anche questo può considerarsi un servizio per la cittadinanza). Che purtroppo non posso fare una ricerca bibliografica su Internet (sempre sulle storie della Grecia) perché le postazioni sono stra-occupate (“si deve prenotare!”) da gente che manda e-mail o partecipa a più svariati blog demenziali. Che al servizio bibliotecario devono stampare il file di un utente (altro nuovo servizio: la stampa come in tipografia) e quindi le informazioni sono demandate a più tardi.
Se ci aggiungo che le acquisizioni si sono indirizzate verso chiamiamoli i “nuovi lettori” (vedi sopra) – tanti libri gialli, tanti libri fantasy, tantissimi romanzetti sentimentali – penso che pochissimi sono coloro che vanno alla Berio per lo scopo per cui esiste. Penso che la Civica Berio è diventata con il beneplacito del comune un servizio quasi sociale, qualche cosa tra l’assistenziale per i giovanetti che studiano assieme -sarà un caso, diritto (commerciale, in genere)- e l’economico per gli anziani che approfittano delle offerte 3×2 delle cassette di cui sopra.
Sarà così anche a Roma (la Nazionale), Milano (la Sormani), Parigi (quella nuova e quella dell’Arsenal), Venezia (la Marciana)? Non ne sono sicuro; quello che so per certo è che invece de la Storia della Grecia (più volumi, coordinati da sua maestà Ranuccio Bianchi Baldinelli) –di cui non esiste copia alla Berio– mi prenderò Troy, il bel film con Brad Pitt e con quello cercherò di illustrare la storia della Grecia che devo fare per i ragazzi della Secondaria. Tanto siamo in una epoca di immagini e di sintesi o no?
(Elio Rosati)