Giustizia/1. Alla gogna i giudici di Berlusconi e di Cogne

Le cose non sono assolutamente casuali, né tantomeno slegate tra loro. Da una parte procede a tappe forzate in Parlamento il cammino della riforma della magistratura, un orrore giuridico da tutti gli studiosi del diritto rifiutato, tanto che l’ANM ha rivolto un estremo appello ai presidenti di Camera e Senato per impedire il peggio. Contemporaneamente proseguono le campagne di delegittimazione e insulti nei confronti del magistrati, ad opera di esponenti delle istituzioni.


Le aggressioni si susseguono a ritmo incalzante. In questi ultimi giorni un pubblico ministero di Milano, Ilda Boccassini, è stato accusato di golpismo ed accanimento giudiziario solo per avere nella funzione di pubblica accusa presentato le sue motivate richieste al giudice nel processo Sme a carico di Silvio Berlusconi.
A distanza di ore, nella trasmissione televisiva del servizio pubblico “Porta a Porta” sul caso Cogne è stato consentito di accusare, senza replica, i magistrati che hanno condotto le indagini di coprire i veri responsabili dell’omicidio.
In Calabria una indagine giudiziaria ha fatto emergere un quadro di delegittimazione orchestrata ai danni di magistrati impegnati nei confronti della criminalità organizzata.
I magistrati di sorveglianza di Roma sono stati oggetto di aggressione solo per aver applicato dei benefici previsti dall’ordinamento penitenziario e dalle leggi collegate.
L’ANM esprime stima e solidarietà a questi colleghi e ricorda che un corretto sistema istituzionale non può tollerare l’offesa e la delegittimazione della funzione giurisdizionale.